Siamo fermi – ha affermato Linda Laura Sabbadini – in una situazione di assoluta emergenza che richiede un piano straordinario per l’occupazione femminile. Il quadro è particolarmente grave al Sud, ma anche nelle regioni più dinamiche del Nord Italia la situazione è tutt’altro che rosea. “Azioni concrete non se ne intravedono – ha detto Sabbadini – mentre vediamo grande attenzione rivolta ad altre tematiche, come le infrastrutture, la transizione ecologica e digitale, dove si spendono miliardi. Tutte cose importanti, ma dobbiamo essere coscienti che la parità di genere non è considerata fra le priorità del Paese, anche se ci dicono il contrario.”
Sulla stessa linea la professoressa Paola Villa dell’Università di Trento, che ha ripreso il tema dell’occupazione. “Chi lavora – ha detto – ha risorse economiche e queste risorse, poche o tante che siano, danno indipendenza economica, fondamentale per l’empowerment.
Questo ha a che fare con la possibilità di prendere decisioni in modo autonomo; pertanto, quando si parla di parità, dobbiamo tenere in grande considerazione l’occupazione.”
Dal lavoro al PNRR: “In Italia – ha aggiunto la professoressa Villa – le linee guida dedicavano inizialmente pochissimo spazio alla parità di genere. Dopo il cambio di governo le cose sono migliorate, ma l’impianto di fondo è rimasto inadeguato a livello italiano come, peraltro, a livello europeo.”
I problemi non riguardano “solo” il mondo del lavoro, ma anche un altro fondamentale settore, l’istruzione: le donne italiane non investono quanto le loro coetanee europee negli studi universitari. Ma è proprio sull’istruzione che bisogna investire, è stato detto all’incontro. Una formazione continua quale strada maestra per il mondo del lavoro e per un’autentica parità di genere.