
"Manca una definizione dal punto di vista giuridico di migranti climatici: il concetto di migrazione oggi si va a contrapporre ad un altro diritto, molto più silente, a quello dello Stato Chi scappa non ha scelta, chi lascia il proprio territorio perché l'acqua è inquinata o non c'è proprio lo fa dopo aver valutato tutte le possibili "alternative" nel proprio territorio, dopo aver valutato se potrà essere in grado o meno di tornare. Il concetto di temporaneità - ha sottolineato De Vito - non può essere più applicato e quindi la scelta di spostarsi diventa permanente. Il concetto di migrazione è cambiato e per migrazioni climatiche il percorso più auspicabile è quello di creare uno status ad hoc”.
Le migrazioni climatiche sono un fenomeno che si applica anche in Italia come ha evidenziato De Vito ricordando come "dalla Sicilia e dall'Emilia Romagna molte persone hanno deciso, o ci stanno pensando, di andarsene: nel primo caso per la crisi idrica, nel secondo per i ripetuti episodi di alluvioni che, al contrario di analisi e studi del passato, si stanno sempre più intensificando: questo significa che c'è bisogno di nuovi modelli di tecnologia per monitorare i fenomeni”.
Tecnologia che se da un lato è sicuramente preziosa, dall'altro svela il suo lato oscuro, come ha spiegato Chiusi autore de La fortezza automatica, se l'IS decide chi può varcare i confini.
“Le tecnologie della sorveglianza vengono usate per identificare chi migra, ma spesso e volentieri decidono chi può migrare e questo dà vita a politiche discriminatorie. Il rischio, non ipotetico ma già diventato realtà, è che l'IA diventi la longa manus della politica. Non si può dare la colpa alla tecnologia ma a chi la gestisce, a chi la usa a propri fini per discriminare le persone e nello stesso tempo creare consenso politico. Il problema è la visione: la tecnologia non può essere concepita come la soluzione all'immigrazione e in generale a tutti i problemi sociali. Purtroppo c'è tutta una visione che viene da lontano, che arriva da dittature militari, dalla volontà di creare un clima spesso di terrore che vede nell'Altro il nemico, la minaccia, l'invasore. Una paura creata scientificamente, mediaticamente, politicamente che vede nella tecnologia lo strumento per imporre il proprio potere e la propria forza nello disprezzo delle norme morali e del diritto internazionale che si vuole distruggere”.
In questo modo, è l'analisi del professore, si stanno creando “tutte le condizioni, anche nei Paesi democratici, per andare verso la globalizzazione di prassi che portano verso quella normalizzazione di idee e di prassi che si svolgono tramite tecnologie di repressione che una volta chiamavamo autoritarie con la scusa di proteggere la popolazione dal rischio di terrorismo, dall'invasione e dall’Altro".
E a quelle che sono state chiamate le "fortezze automatiche" in costruzione in tutto il mondo che chiudono i confini, che respingono la mobilità umana tramite le più innovative tecnologie intelligenti la risposta può arrivare dalle “comunità empatiche del coraggio - così definite dal professor Chiusi - per sottolineare il rifiuto a qualunque forma di determinismo tecnologico, specie sulla pelle dei più vulnerabili, e chiedere con urgenza copiose iniezioni di trasparenza, partecipazione, ascolto e dibattito democratico nel modo in cui le tecnologie intelligenti dovrebbero essere impiegate ai confini e per la gestione dei movimenti delle persone: una risposta all'impero automatico della paura”.
Il WIRED Next Fest Trentino è organizzato da WIRED Italia in partnership con la Provincia autonoma di Trento – Assessorato allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca - Trentino Marketing, Trentino Sviluppo, Azienda per il Turismo Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo, Comune di Rovereto.
Lavora alla costruzione del palinsesto il Comitato scientifico presieduto dall'Head of Content di WIRED Italia, che vede la partecipazione dell’Università degli Studi di Trento, della Fondazione Bruno Kessler, della Fondazione Edmund Mach, della Fondazione Hub Innovazione Trentino, dell’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE e del MUSE - Museo delle Scienze.
Immagini disponibili a questo link accedendo con le seguenti credenziali:
Username: presswired
Password: Presswired2025