Mercoledì, 21 Febbraio 2024 - 14:02 Comunicato 349

Ieri a Casa Moggioli una tavola rotonda sulla democrazia partecipativa
Euregio, i cittadini al centro

Attraverso le pratiche della democrazia partecipativa i cittadini sono attivamente coinvolti nei processi decisionali e possono avere un ruolo importante per definire e attuare le politiche pubbliche. Se ne è parlato ieri a Casa Moggioli, in una tavola rotonda moderata da Elisa Bertò, del segretariato generale di Euregio, alla quale sono intervenuti Martina Trettel e Elisabeth Alber di Eurac Research e Andreas Eisendle responsabile project management di Euregio.
Il dibattito si è incentrato sulle modalità partecipative offerte nei tre territori e sulla partecipazione dei cittadini a livello euroregionale.
Tra i vari interventi, Bertò ha sottolineato come la legittimità di una scelta avvenga in uno spazio pubblico che la precede, in una discussione a cui tutti possono partecipare. "Questo arricchisce un percorso che non sempre è partecipato, solo perché democratico. Vi sono strumenti che non esistono solo sulla carta, ma dei quali non si conoscono le potenzialità. Lo spazio politico 'predecisionale' non è abbastanza utilizzato", ha detto.
Nella foto Elisabeth Alber, Martina Trettel, Andreas Eisendle, Elisa Bertò [ Foto Archivio Ufficio Stampa PAT]

Trettel, membro dell'Autorità per la partecipazione locale della provincia autonoma di Trento, ha spiegato che “Il tema della democrazia partecipativa è andato crescendo nel tempo ed è positivo che se parli di più. C’è però poca chiarezza, perché la democrazia in quanto tale è di per sè partecipazione e i due termini sembrano ridondanti. Sarebbe preferibile parlare di innovazione di pratiche democratiche esistenti". La ricercatrice ha poi spiegato che la democrazia rappresentativa riguarda l’elezione di rappresentanti politici, la democrazia diretta è una modalità di decisione dove i cittadini sono dotati di potere attraverso il meccanismo del voto, mentre la democrazia partecipativa è da considerarsi come integrazione della democrazia rappresentativa, "una serie di segmenti aggiuntivi che aprono nuove fasi all’interno del processo decisionale, con il coinvolgimento della cittadinanza nella costruzione di una decisione che è di titolarità del rappresentante. Una logica maggioritaria, con l’ambizione di coinvolgere i cittadini in un processo dialogico e dibattimentale, per fornire al decisore finale un’opinione per una decisione più condivisa, sentita dalla cittadinanza".

L'Autorità per la partecipazione locale è prevista dalla Legge Provinciale 3/2006, che in Trentino ha istituito le Comunità di valle e prevede modalità di democrazia partecipativa. Si tratta di un'Autorità indipendente posta a garanzia del dibattito pubblico, composta di 3 membri, un funzionario Pat e due esperti nominati dal Consiglio provinciale e dal Consiglio delle Autonomie locali, che interviene obbligatoriamente nell'elaborazione dei Piani sociali e dei Piani territoriali di Comunità. Uno strumento di supporto, anche finanziario, per gli enti locali che vogliono attivare processi partecipativi e per le associazioni di categoria.

"Se andiamo a vedere chi oggigiorno va a votare e la percentuale di chi si reca alle urne, ci rendiamo conto che la partecipazione non è così scontata", ha detto Alber. "Anche il sistema partitico ha difficoltà a rappresentare i molteplici interessi che ci sono nella società. Andrebbero promossi modelli diversi che affiancano i processi consueti della politica". Ha poi portato esempi di creazione di meccanismo di democrazia partecipativa: "Il nostro gruppo di ricerca sta cercando di mappare sia cosa è previsto dal punto di vista normativo, sia le esperienze in atto nelle due Province autonome. In tutti gli Statuti comunali dell’Alto Adige sono menzionati consulte, comitati, assemblee, forum che riuniscono giovani o anziani. Il punto è come rendere efficace questa partecipazione, in modo che quanto emerge dal processo sia tradotto in azioni pratiche", ha aggiunto. 

Eisendle ha spiegato come il GECT interagisce con questo tema, ripercorrendo le tappe della Riforma degli Atti costitutivi dello stesso GECT e lo sviluppo del Consiglio dei cittadini e delle cittadine dell’Euregio. “Un passo importante verso i cittadini, nato da un processo partecipativo quale è EuregioLab che da oltre dieci anni è fucina di idee e di confronto che riunisce esperti del mondo accademico e culturale dei territori per dare input di crescita a questa istituzione. Nella stessa direzione il progetto pilota del Consiglio dei cittadini e delle cittadine dell’Euregio, che ha rafforzato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e ha dato proposte innovative per lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera”.

Dopo aver esaminato le prospettive future e le potenzialità in ambito Euregio, lo sguardo si è rivolto all'Europa, secondo una prospettiva più ampia, con esempi provenienti da altri Paesi e un'attenzione verso la collaborazione per poter sviluppare strumenti partecipativi in grado di mettere a valor comune buone pratiche già esistenti. A conclusione dell'incontro Bertò ha ringraziato tutti i partecipanti: "Siamo riusciti a parlare di un tema difficile facendo conoscere tematiche e storie che stanno dietro ai percorsi e ai progetti. La dimensione discorsiva fa parte del metodo Gect, che intende essere una piattaforma al servizio dei cittadini", ha detto ricordando anche i fondamenti dello Statuto dell'Euregio.

Fotoservizio a cura dell'Ufficio Stampa

(sil.me)


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