
La val di Cembra, incastrata lungo le sponde del fiume Avisio e conserva tra i suoi pendii scoscesi 750 ettari vitati. Ciò che la rende geologicamente diversa dalle altre vallate del Trentino è la presenza del porfido, roccia magmatica di origine vulcanica che dona struttura ed intensità ai vini, al palato sapidi e freschi.
Durante la degustazione, Pietro Russo ha sottolineato come il Trentodoc possa rivendicare una tradizione intrinseca tra l'espressione del territorio e la propria vocazione produttiva. La valle contraddistingue la sua produzione per la presenza di 708 chilometri di muretti a secco e per le ripide pendenze che arrivano a superare il 40%. Il territorio impervio richiede agli agricoltori oltre 900 ore di lavoro per ettaro all'anno. Un impegno che gratifica la passione delle piccole realtà viticoltrici che animano la valle e che richiede sforzo e sacrifici per portare in bottiglia l'eleganza, la facilità di beva e la discrezione che contraddistingue i vini di questa terra.
La val di Cembra si esprime nei calici con diverse sfaccettature accomunate dal fil rouge della sapidità. I vini di questo territorio - secondo Pietro Russo - proprio grazie alla particolare conformazione morfologica potranno resistere ai cambiamenti climatici, preservando le loro caratteristiche nel tempo.