
Un richiamo alla pace è arrivato anche dall'Ambasciatore italiano in Austria Stefano Beltrame e dal Presidente dell'Accademia Diplomatica di Vienna Hans Winkler, organizzatori dell'importante giornata di riflessione. A sottolineare il doveroso impegno contro la guerra è stato poi il Presidente della Fondazione Alcide De Gasperi Angelino Alfano. “Tutte le scelte della politica estera italiana hanno l’impronta degasperiana – ha detto l’ex ministro dell’Interno - perché De Gasperi ebbe la lungimiranza di far diventare la parola pace un sinonimo di Europa e si sforzò fin da subito, superando le cicatrici della Seconda Guerra mondiale, nella realizzazione di questo progetto.” L’economista francese del XIX secolo Frederic Bastiat diceva che dove non passano le merci passano gli eserciti. “Proprio partendo da questa citazione – ha continuato Alfano – De Gasperi fu lungimirante nel disincentivare ogni ipotesi di guerra per interessi economici con la creazione della Comunità Europea del carbone e dell’acciaio, quella che fu la base dell’Unione Europea che viviamo oggi.”
A ricordare le radici che l'Unione ha negli ideali dello Statista trentino è stato ancora Giuseppe Ferrandi, Presidente del Comitato per il Cinquantenario del Secondo Statuto di Autonomia. “De Gasperi fu un uomo che andò controcorrente con il progetto di costruzione di un’Europa unita e forte – ha ricordato Ferrandi – oggi credo possiamo ancora ispirarci a lui per rilanciare il progetto dell’Euregio che può essere un nuovo modello di convivenza tra popoli diversi, ma vicini di casa uniti nel dialogo per migliorare le comunicazioni, i trasporti e il commercio tra gli stessi territori.”
“L’accordo De Gasperi-Gruber è un modello di pace ancora attuale – ha insistito, ancora, Andrea Di Michele professore dell’Università di Bolzano – è uno strumento che ha permesso di evitare che popoli e minoranze linguistiche siano state oggetto di persecuzioni e violenze nel corso dei decenni successivi”.
Infatti, come precisato da Sylvia Kritzinger, professoressa dell'Università di Vienna, "oggi senza quell’idea degasperiana forse non ci sarebbe un’Europa capace di unità nel contrastare le difficili sfide che abbiamo visto susseguirsi negli ultimi decenni: dalla Brexit, all’immigrazione, dalla crisi economica fino alla guerra in Ucraina."