
La collezione Caproni è la più antica al mondo a tema aeronautico. Costituita a partire dagli anni Dieci del Novecento, nel periodo in cui il trentino Gianni Caproni muoveva i suoi primi passi nel campo dell’aviazione, è dal 2012 patrimonio pubblico inalienabile della Provincia autonoma di Trento.
L’identificazione puntuale delle pellicole cinematografiche storiche, la loro inventariazione, il riversamento in formato digitale delle immagini girate e la creazione di una banca dati hanno finalmente permesso di dare contezza del valore del fondo e testimoniare l’impegno profuso in questi anni per far riemergere alla pubblica fruizione il vasto patrimonio storico aeronautico – cinematografico, fotografico, bibliografico e archivistico – custodito dalla Provincia autonoma di Trento e dal Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni.
La raccolta di pellicole storiche è composta da circa 190 pezzi di diversi formati che coprono un arco temporale che va dai primi anni del Novecento al 1985. Una parte della raccolta delle pellicole è relativa a riprese riconducibili alla storia industriale del marchio Caproni, come nel caso di quelle relative a collaudi di nuovi velivoli o a visite agli stabilimenti da parte delle autorità politiche e militari dell’epoca. Non mancano tuttavia numerosi e commoventi scorci di vita familiare di Gianni Caproni con la moglie Timina Guasti in momenti privati con i loro figli al mare, nella campagna romana o nel cortile della villa di Venegono.
“Strappati all’oblio” si è sviluppato come progetto biennale con lo scopo di recuperare, conservare e valorizzare una consistente parte del fondo di pellicole cinematografiche storiche della collezione museale.
Il progetto ha preso avvio con una ricognizione dei materiali, la raccolta dei dati principali delle pellicole e il loro inserimento in una scheda descrittiva. Successivamente, è stato valutato lo stato di conservazione dei pezzi e sono state definite le procedure per il restauro e il riversamento digitale. Da una preliminare pulitura superficiale per la rimozione di polvere, grasso o attacchi biologici a danno dell’emulsione, al rifacimento di giunte non più idonee, le operazioni conservative hanno visto anche il restauro di lacerazioni del supporto plastico, l’inserimento di code di protezione all’inizio e alla fine di ogni bobina e, infine, la sostituzione delle scatole più deteriorate. Particolare attenzione è stata rivolta alle pellicole più antiche in avanzato stato di degrado.
Tutti gli interventi, corredati di documentazione fotografica e di scheda di restauro, sono stati effettuati con tecniche e prodotti specifici nel campo della conservazione e restauro dei beni culturali cinematografici e attuati da una restauratrice professionista operante presso il Museo.
Gli interventi di conservazione più delicati e quelli di riversamento digitale sono stati condotti dai tecnici del laboratorio di restauro del film e del video “La Camera Ottica” – DAMS dell’Università degli Studi di Udine mediante film scanner professionali e protocolli di lavoro ampiamente condivisi dalla comunità scientifica nel campo della conservazione e preservazione digitale delle pellicole cinematografiche. Contestualmente al riversamento digitale dei lotti individuati, sono state generate copie conservative e master ad alta risoluzione, nonché copie di accesso per la consultazione. (cv)