“Si tratta di un’iniziativa di approfondimento e confronto, rivolta agli operatori su strada in un’ottica interforze, che si inserisce nelle azioni messe in campo in Trentino per garantire la vicinanza alla comunità di Lona Lases, nonché l’attenzione ai territori interessati dalle attività estrattive e alla valorizzazione della filiera della pietra trentina. Nella direzione della piena tutela della legalità sul territorio e in tutte le attività che riguardano questo distretto produttivo”, così Francini, che nel novembre 2022 è stato nominato dalla Giunta provinciale commissario straordinario del Comune, succedendo a Federico Secchi. “Un impegno per la legalità e la crescita sana del tessuto economico e sociale – aggiunge Francini – che vede unite le istituzioni locali, con la Provincia autonoma al fianco degli enti locali e di Lona Lases, il commissariato del governo, le forze dell’ordine, la magistratura. Uno sforzo che guarda anche al ruolo fondamentale degli operatori economici, delle realtà del territorio e dei cittadini”.
Il seminario vedrà la presenza per ogni incontro di una trentina di partecipanti tra carabinieri, agenti della polizia stradale e della guardia di finanza. In particolare, considerando l’organizzazione capillare dell’Arma sul territorio, il Comando Provinciale curerà la presenza di una ventina di ispettori per ogni giornata, selezionati fra i comandanti di stazione del territorio la cui giurisdizione è maggiormente interessata da attività di estrazione, favorendo cosi uno scambio informativo delle rispettive esperienze e caratterizzando in modo trasversale il seminario. La Polizia Stradale assicurerà la presenza di sostituti commissari, ispettori e pattuglianti particolarmente impegnati nei controlli merci sulla viabilità ordinaria e quella autostradale.
L’iniziativa promossa dal commissario Francini in collaborazione con il Servizio Industria, Ricerca e Minerario e le forze di polizia va nella direzione già espressa dalla Giunta provinciale di favorire forme di collaborazione interforze volte a garantire un efficace presidio del territorio nei comuni in cui sono presenti cave di porfido.
La tracciabilità dei materiali rappresenta un aspetto rilevante per supportare l’attuazione della legge cave, incentrata sull’unicità della filiera per la valorizzazione del porfido di qualità, nella volontà di riportare in capo ai concessionari di cava anche le lavorazioni grazie alle quali si ottengono i prodotti finiti (quali cubetti, piastrelle, binderi) che negli anni passati sono state esternalizzate e delocalizzate in maniera preponderante ai terzisti.
Valorizzazione della filiera, non solo per la qualità di prodotto ma anche per quella di processo e di impresa, anche attraverso l’istituzione del marchio Trentino Pietre nella finalità di creare un sistema virtuoso eticamente e socialmente avanzato.
Va precisato infatti che i cavatori una volta estratto il materiale sono obbligati per legge ad effettuare la prima lavorazione (sfaldatura e cernita); inoltre i concessionari di giacimenti di proprietà pubblica sono obbligati a lavorare con propri dipendenti il grezzo di porfido, potendone cedere a terzi solo una percentuale massima del 20%, o fino al 40% se a imprese titolari del marchio Trentino Pietre. Conseguentemente i concessionari di cava hanno l’obbligo di tracciare il quantitativo eventualmente ceduto mediante comunicazioni al Comune concedente all’atto del trasferimento stesso. Comuni che percepiscono i canoni di concessione in base al quantitativo di prodotti che il cavatore è in grado di ottenere dal materiale abbattuto.