«Abbiamo stretto i denti, in questi due anni, innovando forme e contenuti della nostra programmazione e reinventandoci con coraggio: ora siamo pronti a ripartire, facendo esperienza di quanto abbiamo imparato, sempre più consapevoli che il Festival ha bisogno del suo pubblico. Ci “sdigitalizziamo” un po’, per tornare a guardarci in faccia, a stringerci la mano, a dialogare e confrontarci dal vivo» ha detto il presidente del Festival, Mauro Leveghi. «Nel 1952 un gruppo di pionieri ebbe una visione, quella di far nascere a Trento una rassegna internazionale di cinema di montagna, uno dei primi festival di cinema in Italia. Lo fecero in un contesto difficile, a pochi anni dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, in un territorio piccolo e periferico, all’epoca persino povero, ma ricco di grandi risorse sociali, civili e culturali. Settant'anni di storia sono una grande responsabilità, ma è proprio lo sguardo lungo di quei pionieri che ci fa andare avanti con entusiasmo e orgoglio».
Orgoglio ribadito dal presidente generale del Cai, Vincenzo Torti: «Il Club alpino italiano è orgoglioso, nel momento della celebrazione di settant’anni di vita del Trento Film Festival, di ricordare di esserne stato fondatore e protagonista fin dalla prima edizione, ora più che mai convinto partecipe di quanto l'iniziale rassegna cinematografica ha saputo divenire, nel tempo, testimone di una cultura che, dalle immagini del passato, sa proiettare luce su un futuro sempre più attento e consapevole del valore della montanità in ogni sua espressione, umana e ambientale».
I protagonisti della 70. edizione
Dieci giorni di cinema, ma anche dieci giorni di serate evento, presentazioni letterarie, caffè scientifici, attività per i più piccoli, mostre e tanto altro: il programma del 70. Trento Film Festival è ricchissimo e adatto agli interessi e alle aspettative di un pubblico variegato. «Il Trento Film Festival spegne settanta candeline, ma – pur con una grande attenzione e rispetto del suo passato – ha deciso di guardare al futuro» dice la direttrice del Festival Luana Bisesti. «È proprio il Futuro il protagonista della sezione Destinazione…, come già annunciato, ma non solo: lo sguardo in avanti, la responsabilità nei confronti delle future generazioni, l’analisi della storia passata per comprendere come agire nel futuro sono elementi che caratterizzano trasversalmente tutta la programmazione di questa 70. edizione».
Tra i protagonisti delle serate evento Reinhold Messner, che dialogherà sul palco del Teatro Sociale con alcuni dei più forti alpinisti della nuova generazione, per capire come i grandi classici dell’alpinismo continuino a ispirarli. Con lui sul palco Léo Billon, François Cazzanelli, Matteo De Zaiacomo, Federica Mingolla, Babsi Zangerl, Eliza Kubarska, Mykhaił Fomin. E’ il futuro dell’umanità a ispirare l’incontro con Brunello Cucinelli, che dialogando con la giornalista Paola Jacobbi parlerà di come etica, ricerca del bello e cultura ispirino tanto la sua attività imprenditoriale quanto la sua visione culturale. Un concetto che si sposa con quello dell’Umana sostenibilità in cui trovano spazio le arti, il rispetto per l’ambiente e la tutela del territorio. Ambiente e territorio che ritornano anche nella speciale serata evento Karma Klima: la fuga: al MUSE i Marlene Kuntz si esibiranno con una insonorizzazione dal vivo su immagini e video a cura di Lorenzo Letizia. Karma Klima è progetto al quale collaborano artisti e cooperative di comunità verso modelli di riqualificazione sostenibile. Mauro Corona, Kurt Diemberger e altri protagonisti del mondo della narrazione – letteraria, cinematografica, giornalistica - saranno le voci di Estremi Narrativi, in collaborazione con la casa editrice Corbaccio e Meridiani Montagne: scopriremo insieme come nasce il racconto di una grande avventura. I progetti di solidarietà in Nepal sono il “Quindicesimo Ottomila” del grande alpinista Fausto De Stefani, al centro di un incontro e di uno spettacolo teatrale della Compagnia (S)legati, a cura di Montura Editing. Lungimiranza e coraggio al centro della serata che festeggia il settantesimo anniversario del Soccorso Alpino e Speleologico Trentino: sul palco l’alpinista Hervé Barmasse e l’attore Andrea Castelli nei panni di Scipio Stenico, ispiratore e fondatore della prima struttura di soccorso organizzato in montagna in Italia. Barmasse sarà sul palco del Teatro Sociale insieme a Tudor Laurini anche per presentare il progetto del Cai WeClub e i vincitori della nuova sezione "Quarta Parete". Torna al Festival anche Tamara Lunger, che dialogherà con il blogger Pietro Lacasella per raccontare il suo tour in Italia: una “spedizione” diversa, dove l'alpinista ha esplorato l'Italia con il suo camper e ha trovato amici che non conosceva.
Tanti anche gli appuntamenti che porteranno il pubblico a viaggiare nello spazio, «che è, per eccellenza, la destinazione futura», come dice Emilio Cozzi, giornalista, autore e divulgatore di cultura videoludica, eSport, spazio e innovazione tecnologica, che sarà il conduttore di due eventi di primo piano della sezione Destinazione… Futuro, sui quali si è realizzata una sinergia con il MUSE: Donne oltre l’orizzonte, con Marcella Salussolia, ingegnere che per Thales Alenia Space sta occupandosi della progettazione del Lunar Gateway, la base in orbita cislunare che supporterà i prossimi pellegrini selenici, e con Patrizia Caraveo, dirigente di ricerca all'Istituto nazionale di Astrofisica (INAF) e premio "Enrico Fermi" 2021; e Astronave Terra: il futuro del nostro Pianeta osservato da sopra il cielo con Paolo Nespoli, ex astronauta Esa, protagonista di tre missioni a bordo della Stazione spaziale internazionale, che racconterà come e perché, dallo spazio, cambino la consapevolezza del nostro presente e del nostro futuro.
Il programma completo è disponibile da su www.trentofestival.it