Martedì, 22 Settembre 2020 - 16:47 Comunicato 2160

Al Rifugio Cava Buscada per Incontri d'Alt(r)a Quota
"La Fondazione Dolomiti UNESCO supporta i territori per garantire futuro", così il presidente

Il presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO è salito al Rifugio Cava Buscada, provincia di Pordenone-Dolomiti Friulane, per testimoniare la vicinanza della Fondazione ai rifugisti Roberta e Giampietro Corona che tanto impegno mettono quotidianamente (e da molti anni) per valorizzare un sito dolomitico - quello di Cava Buscada, appunto - che ha anche un'importanza culturale particolarmente significativa. Insieme al vicepresidente, al vicesindaco di Erto, al geologo del Muse Riccardo Tomasoni, ha ringraziato i rifugisti esortandoli "a continuare questo prezioso lavoro di valorizzazione e di presidio territoriale fondamentale. Senza di voi la montagna non avrebbe futuro"

Il presidente della Fondazione, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, è salito al Rifugio Cava Buscada nel contesto della rassegna "Incontri d'Alt(r)a Quota" che la Fondazione UNESCO predispone da quattro anni. Questa quarta edizione, contrassegnata dagli effetti dell'emergenza sanitaria, ha visto l'organizzazione di un solo appuntamento, in provincia di Pordenone al Rifugio Cava Buscada, appunto. Il presidente dopo aver ascoltato la testimonianza di Roberta Calliari, rifugista, ha voluto portare a lei e al marito non solo il saluto ma anche un sentito ringraziamento a quanto fanno loro e gli altri rifugisti delle Dolomiti UNESCO: "Se riusciremo a far vivere la montagna anche in futuro con delle politiche attente, sensibili garantendo servizio lo faremo non solo per la montagna ma anche per la pianura. Credo che questo debba essere il nostro impegno, di chi fa politica e la Fondazione Dolomiti UNESCO quotidianamente garantisce e cerca di supportare questi territori per garantire futuro", ha evidenziato il presidente.

Una trentina di persone ha voluto partecipare all'escursione che si è svolta rispettando, naturalmente, tutte le normative anti Covid. L'iniziativa prevedeva la salita al Rifugio, circa 600 metri di dislivello in assoluta sicurezza, accompagnati dai geologi Riccardo Tomasoni del MuSe, referente del Museo geologico delle Dolomiti di Predazzo, da Antonio Cossuta geologo del Parco Dolomiti Friulane e della guida di mezza montagna Lucia Montefiori. Una formula, quella adottata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO, che incontra il favore del pubblico, tant'è che alcune persone si sono fidelizzate fin dalla prima edizione di "Incontri d'Alt(r)a Quota". L'escursione, dopo una sosta al Rifugio, è continuata verso quella che fino al 1994, per oltre 40 anni, era una cava di pietra che dava lavoro agli abitanti di Erto e dei dintorni di Longarone. La testimonianza di uno dei figli di cavatori, già sindaco di Erto e presidente del Parco Dolomiti Friulane, ha reso ancora più viva la memoria di quel duro lavoro: 25 persone si alternavano in turni massacranti per estrarre dalla montagna la pietra, squadrarla in grandi blocchi da far arrivare nei pressi di Erto (tramite la "lizza" ripidissima corsia a un solo binario per coprire un dislivello di oltre 500 metri) per essere poi trasportata a Massa Carrara.



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