Venerdì, 21 Febbraio 2020 - 14:54 Comunicato 368

Alla Fondazione Demarchi incontro "Ogni mattina a Jenin"
Incontro con la scrittrice e attivista umanitaria Susan Abulhawa

Martedì 25 febbraio alle ore 17.30 alla Fondazione Franco Demarchi sarà presente la giornalista, scrittrice, nonché attivista in ambito umanitario, Susan Abulhawa. A dialogare con lei, attraverso un intreccio che unisce letteratura e impegno politico, interverranno Piergiorgio Reggio, presidente della Fondazione Demarchi, Giovanna Covi e Lisa Marchi dell’Università di Trento.
Oltre che del suo romanzo “Ogni mattina a Jenin”, un libro sulla sua memoria e quindi sulle sue radici, origini che hanno a che fare con il cibo, la musica, l’arte, gli abiti, gli oggetti, i ricordi, Susan Abulhawa parlerà della questione palestinese e medio-orientale. Su questo tema venerdì 28 febbraio alle ore 16.00, sempre alla Fondazione Franco Demarchi, si terrà un incontro sul “Medio Oriente oggi: movimenti sociali, nazionalismi e Islam politico" con Pejaman Abdolmohammadi, dell’Università di Trento ed Elisa Piras, ricercatrice alla Scuola Sant’Anna di Pisa.

Emigrata dalla Palestina negli Stati Uiniti, Susan Abulhawa, attivista in ambito umanitario, ha fondato l’associazione Playgrounds for Palestine, che si occupa di bambini nei territori occupati. Nel suo romanzo “Ogni mattina a Jenin” racconta la storia, in parte autobiografica, di quattro generazioni di palestinesi costrette a lasciare la propria terra.
L’incontrò è organizzato dalla Fondazione Franco Demarchi in collaborazione con l'Università di Trento ed Eurac Research di Bolzano, nell’ambito del progetto di ricerca Euroregioni, Migrazione e Integrazione “Eumint”, che si occupa di migrazioni forzate e di integrazione socio-economica dei migranti tra Italia e Austria.
Susan Abulhawa sarà presente nella nostra regione anche il 24 febbraio alle ore 18.30, alla sala di rappresentanza del Comune di Bolzano, e il 26 febbraio 2020 alle ore 11.00, alla sala Gigi Bortoli di Merano. 

“Ogni mattina a Jenin” è un romanzo struggente che racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. In parallelo, si snoda la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta.

Cittadina americana, Susan Abulhawa nasce da una famiglia palestinese in fuga dopo la Guerra dei Sei Giorni e vive i suoi primi anni in un orfanotrofio di Gerusalemme. In seguito abita in diversi paesi, tra cui anche il Kuwait e la Giordania. Si laurea in scienze biomediche all'Università della South Carolina ed ebbe una brillante carriera nell'ambito delle scienze mediche.
Susan Abulhawa è autrice di numerosi saggi sull'argomento, per cui è stata insignita nel 2003 del premio Edna Andrade, relatrice a diversi convegni e attivista in ambito umanitario, ha fondato l'associazione “Playgrounds for Palestine”, che si occupa soprattutto dei bambini dei Territori Occupati. Vive in Pennsylvania. I suoi articoli sulla situazione palestinese sono apparsi su numerose riviste, tra le quali «New York Daily News», «Chicago Tribune», «Christian Science Monitor» e «Philadelphia Inquirer». Nel 2006 Sperling & Kupfer pubblica il suo romanzo “Nel segno di David”, nel 2011 esce per Feltrinelli “Ogni mattina a Jenin”, e nel 2015 “Nel blu tra cielo e mare”, sempre per Feltrinelli.

(ld)


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