Sabato, 15 Aprile 2023 - 14:57 Comunicato 1049

Al Festival Educa la lectio, overbooking, con Vaccari e la presentazione dell'indagine sul bullismo
Trento in prima fila nella sperimentazione didattica innovativa

Trento è in prima fila per sperimentare nuove metodologie didattiche innovative. Il liceo scientifico Da Vinci e linguistico Sophie Scholl hanno avviato per l’anno scolastico 2023-2024 la prima Sezione Rondine, un percorso sperimentale che integra la didattica con l’esperienza rigenerativa di un metodo riconosciuto (Metodo Rondine) capace di trasformare i conflitti in occasioni di crescita e di condivisione.
Al Festival Educa si sono tenute la presentazione dei dati dell’indagine sul bullismo su circa 3mila studenti e le proposte di didattica innovativa alla lectio, overbooking, con Franco Vaccari.
Educa 2023 13 Festival dell educazione Rovereto Nuovi Alfabeti. Nella foto: Franco VACCARI, Fondatore della Cittadella della Pace Progetto Rondine [ foto: Daniele Panato/Agenzia Panato - Ufficio Stampa EDUCA]

Per la prima volta in Italia, in tutti gli istituti comprensivi, è stato avviato, grazie al sostegno di Etika (l’offerta luce e gas di Dolomiti Energia con la Cooperazione Trentina), in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, il percorso di certificazione che consente di prevenire e contrastare il bullismo a scuola. Punto di partenza: l’indagine effettuata nei mesi di dicembre/gennaio 2022-2023 su 2.809 studenti delle scuole secondarie di primo grado e in alcuni casi anche delle classi quarta e quinta delle primarie di 7 Istituti.

I dati sono stati presentati oggi al Festival Educa nell’incontro “Buone pratiche e strumenti” con Luigi Frezza, Giovanni Merlo, Paola Pasqualin, Cristina Stroppa, moderato da Francesco Pisanu, a cui è seguita la lectio, che ha segnato l’overbooking, “Educare alla gestione dei conflitti”, con Franco Vaccari, il fondatore di Rondine Cittadella della Pace, l’organizzazione internazionale impegnata nella riduzione dei conflitti armati nel mondo e nella diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto.

La collaborazione delle scuole di Trento con Rondine nasce circa 10 anni fa. «Dopo l’avvio del progetto – racconta Viviana Sbardella, sovraintendente scolastica della Provincia di Trentoche porta da 10 anni i ragazzi delle scuole di Trento a scegliere di trascorrere il 4° anno a Rondine anziché all’estero, abbiamo deciso di rafforzare questa collaborazione esportando il Metodo Rondine nelle nostre scuole per avere la stessa ricaduta ed efficacia nella formazione dei cittadini. Nell’anno scolastico 2023-2024 saranno due gli Istituti di Trento ad avviare le prime Sezioni Rondine che richiedono una formazione significativa dei docenti e l’istituzione di un tutor, una nuova figura, un facilitatore delle relazioni, che accompagni studenti e docenti nel percorso e nelle tante attività extra curricolari».

La scuola nel Metodo Rondine «deve tornare ad essere un’istituzione al servizio della comunità – precisa Franco Vaccari -. Gli insegnanti hanno il compito, nella loro totale libertà, di costruire delle relazioni conflittuali per creare un habitat educativo dedicato alla crescita dei giovani. La parola conflitto deve smettere di essere sinonimo di guerra e diventare una parola positiva. In una classe non si deve avere paura dei conflitti perché è nel conflitto che sta la fatica di costruire delle relazioni ed è proprio il conflitto la nostra energia vitale e lo strumento di trasformazione per la crescita personale e sociale».

Parlando, invece, del percorso di certificazione che consente di prevenire e contrastare il bullismo a scuola, «lo scopo principale del progetto Erasmus+ TASC spiega Francesco Pisanu, Servizio Istruzione della Provincia - è quello di sviluppare le competenze degli studenti e degli insegnanti per migliorare il clima in classe e a scuola e quindi avere un impatto sulla qualità delle relazioni a scuola».

«Siamo partiti con tre scuole e avviato la sperimentazione – commenta Paola Pasqualin, dirigente Istituto Comprensivo Trento 5 -. Oggi nella città di Trento abbiamo intrapreso il percorso di certificazione per prevenire e contrastare il bullismo in tutti i 7 istituti comprensivi che si concluderà con l’audit di maggio. Il primo passaggio è la valutazione dei rischi, segue la necessità di definire la politica del bullismo e infine il piano operativo, cioè le azioni che vengono fatte all’interno di una comunità scolastica. L’ultimo passo è la formazione per tutti. Ma il punto di partenza sono stati i questionari che hanno coinvolto 2.809 studenti».

Riprese a cura dell'Ufficio Stampa

Franco Vaccari

 

Francesco Pisano

 

Paola Pasqualin

Scarica il service video > https://bit.ly/3ohCnbf 

Un estratto dell'indagine

COS’È IL BULLISMO
La prima domanda chiedeva di scegliere una opzione fra le tre proposte. Queste erano poste in ordine crescente di gravità. La prima, scelta dal 14%, definiva il bullismo come “una forma di scherzo un po’ pesante che sarebbe meglio evitare ma che non ha conseguenze particolarmente gravi”. La seconda, scelta dalla maggioranza dei rispondenti (78%), definisce il bullismo in questo modo: “il bullismo è un fenomeno grave che riguarda due o più ragazzi/e che non sono amici, in cui uno o più ragazzi hanno più potere dell’altro o degli altri”. Infine, il 10% indica il livello più grave, ossia “un litigio molto pesante tra due o più amici al termine del quale si rompe l’amicizia”.

COSA CONSIGLIERESTI A UN TUO AMICO IN CASO DI BULLISMO
I ragazzi sanno che il bullismo si vince solo denunciando e/o parlando con qualche figura adulta. Parlare con i genitori (56%), parlare con gli insegnanti (48%) e rivolgersi al dirigente (33%), sono le risposte che raccolgono le frequenze più importanti. Il 12% ritiene che possa essere opportuno rivolgersi ai propri compagni per trovare una soluzione, mentre un’altra parte ancora ritiene che la giustizia fai da te, come rispondere alle offese (5%), chiedere spiegazioni a questi ragazzi (6%) o ribellarsi e picchiare uno di loro (4%) possa essere una soluzione ai torti subiti. Solo una parte residuale, per fortuna, pensa di restare inerte facendo finta di niente (4%) o peggio ancora subire e basta (0,4%). Infine, solo 1% penserebbe di cambiar scuola.

COME AIUTARE I RAGAZZI E LE RAGAZZE CHE SUBISCONO PREPOTENZE A SCUOLA
Oltre la metà dei rispondenti ritiene che sia necessario parlare, meglio se tutti insieme in classe. Un ulteriore 10% va oltre il “parlare” scegliendo l’opzione “Essere amici delle vittime” e un’ulteriore 36% ritiene di dover fare qualcosa in più, difendendo le vittime e dire ai prepotenti di smetterla. Appare chiaro che non si può restare inerti dato che solo il 3% ritiene che non si possa far nulla.

COME TI TROVI CON I TUOI COMPAGNI DI SCUOLA
Quello che emerge è una complessiva buona situazione dato che il 56% afferma di star bene con i propri compagni che sommato ad un’ulteriore 27% che indica l’opzione “abbastanza bene”, fa salire questa percentuale all’83%. Un ulteriore 13% sceglie l’opzione centrale “né bene né male” e solo il 3% indica uno stato di insofferenza che possono rappresentare un campanello d’allarme. Se il 3%, in generale, è un valore basso, traducendo questo valore in numero assoluto troviamo che 60 studenti hanno indicato “né bene né male” e 36 hanno detto “male” con una distribuzione uniforme negli Istituti. In termini assoluti quindi queste situazioni non sono da trascurare dato che indicano una precisa difficoltà nello stare in classe.

QUAL È IL MOMENTO DELLA GIORNATA CHE PREFERISCI A SCUOLA?
Per capire al meglio lo stato d’animo con cui i bambini e i ragazzi affrontano la giornata si è chiesto loro di individuare il periodo di tempo migliore. Sono 121 (pari al 4%) gli studenti che non trovano alcun bel momento e immaginiamo che per questi studenti la scuola sia davvero pesante. Appare evidente che gli studenti, se devono scegliere il momento migliore, scelgano quelli di autonomia, come la ricreazione (44%), il tempo libero (34%) e il percorso per andare a scuola (8%). Solo il 9% (valore ben distribuito negli Istituti) indica le lezioni, come il momento migliore a scuola.

ALL’INTERNO DELLA TUA SCUOLA, A TE È CAPITATO DI…
La domanda era molto diretta rivolgendosi chiaramente all’esperienza personale; domandava se in qualche modo si erano trovati ad essere testimoni o attori di atti di bullismo. Il 52% dei soggetti indica di non aver mai subito, mai fatto e nemmeno mai visto gesti di bullismo. Il 2% (43 risposte) dichiara di essere stato un bullo e il 17% di aver subito delle prepotenze, mentre il 30% di aver solo assistito.

COMPORTAMENTO DEI COMPAGNI
Quando qualcuno fa il bullo, i compagni di classe cosa fanno? I comportamenti dei ragazzi sono variegati e non considerando il 34% delle risposte che afferma di non esser stato mai coinvolto in situazioni simili, la risposta che raccoglie maggior frequenza è data dal 28% che dichiara di intervenire per aiutare il più debole. Circa un quarto delle risposte sceglie l’opzione “fanno finta di niente” (13%) o peggio ancora “ridono e fanno il tifo per il bullo” (11%). Alcuni sono spaventati (6%), altri lasciano da solo il bullo (4%), altri ancora allontanano dal gruppo chi è vittima (4%).

COME TI COMPORTI IN CASO DI BULLISMO
Anche in questo caso, da una prima domanda sui comportamenti in generale si è passati a una più specifica e diretta per capire quale potesse essere il comportamento da assumere in caso di prepotenze. Circa la metà delle risposte afferma di non avere mai assistito ad episodi di bullismo. La restante metà si suddivide principalmente su due delle possibili risposte: il 23% afferma di essere intervenuto in difesa della vittima dicendo al prepotente di smetterla, mentre il 19% gira al largo cercando di non farsi coinvolgere. Le altre opzioni di risposta (mi sono unito a chi stava facendo prepotenze - non mi sono unito a chi faceva prepotenze, ma mi sono divertito a guardare), che potremo definire sadiche, restano fortunatamente residuali. Si sottolinea infine che il 6% dichiara di essere intervenuto, ma ha subito a sua volta le angherie del bullo.

CONFIDENZE A SCUOLA
Nel caso di episodi problematici i ragazzi con chi si confidano? Questa prima domanda prova a sondare l’ambito scolastico, trovando al primo posto i pari più fidati che vengono segnalati dal 48% dei rispondenti. A questi potremo sommare un ulteriore 19% dato dai “compagni di classe” più generici. Gli adulti, professori (26%) e bidelli (2%), vengono interpellati da circa un quarto e un altro quarto sostiene di non parlare con nessuno.

CONFIDENZE AL DI FUORI DELLA SCUOLA
Questa domanda completa la precedente indagando se nel caso di episodi problematici i ragazzi hanno modo di confrontarsi con qualcuno al di fuori della scuola. La famiglia appare ancora un posto sicuro dove il 53% dei rispondenti si affida ai genitori oltre ad un 17% che in caso di problemi interpella altri familiari quali zii o fratelli. Anche agli amici sono in molti che si affidano dato che questa opzione viene scelta dal 37%, mentre solo il 6% indica un’altra figura adulta non meglio specificata. Resta nell’ombra un 21% che preferisce non parlare con nessuno, e sul quale c’è molto da fare per far emergere queste situazioni di disagio.

COME COMPORTARSI CON I BULLI
Il questionario si concludeva con una domanda aperta dove ciascun rispondente poteva indicare liberamente cosa fare (come comportarsi) con chi si comporta da bullo. Molti questionari sono rimasti vuoti (43%) senza alcuna indicazione, altri invece ne hanno indicati più di uno. Le varie risposte sono state classificate ed emerge chiaramente il “pugno duro” degli studenti che sono maggiormente propensi a punire (26%), sospendere (7%), richiamare/fermare/denunciare (6%) se non addirittura espulso/bocciato/escluso (5%). Solo una parte residuale (12%) ritiene che i bulli vadano aiutati, indicando chiaramente che il percorso di crescita dei ragazzi è ancora molto lungo e il ruolo delle comunità educanti (famiglia, scuola, sport, oratorio, …) risulta ancora ricco di sfide.

Info www.educaonline.it 

EDUCA è promosso da Provincia Autonoma di Trento, Università degli Studi di Trento e Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con la supervisione per la formazione di Iprase, il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e il sostegno di Federazione trentina della Cooperazione, delle Casse Rurali Trentine e di Coop Trentino – Sait.

(sdv)


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