Obiettivo di “Essere in Rete”, con il Teatro Sociale che ha registrato il tutto esaurito, era far sì che i giovanissimi, anche grazie all’esempio corretto degli adulti, possano comprendere a pieno le infinite potenzialità della rete e i suoi lati oscuri, evitabili se affrontati con la giusta consapevolezza e conoscenza del web come strumento tecnico, sociologico e psicologico. Presenti genitori, insegnanti e personale scolastico della Rete degli Istituti Comprensivi di Trento per un momento di ascolto e confronto con gli esperti. Sul palco Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano e Mauro Berti, ispettore della Polizia di Stato, responsabile dell’Ufficio Indagini Pedofilia; a moderare il direttore dei quotidiani L’Adige e Alto Adige Alberto Faustini. Molti i temi trattati: il cyberbullismo, i giovanissimi e la ricerca della propria identità in un mondo online basato sulle immagini e i filtri dei social, ma soprattutto il modo di "Essere in Rete”, ovvero il ruolo della scuola e delle famiglie nell’affiancare studenti e figli nell’uso di uno strumento così potente come internet. Web e giovanissimi, specialmente in era DAD, è un binomio ripetutamente presente in Trentino come nel resto d’Italia. Si stima che, tra uso scolastico e personale di app di messaggistica, nella fascia 8-14 anni si arrivi a una permanenza online di circa 9-10 ore al giorno.
Lo psicoterapeuta Pellai ha a più riprese invitato le famiglie ad essere presenti, all’insegna di un patto educativo, ad essere pronte al dialogo, informate sul corretto uso dei social e più in generale della rete, guidando i propri figli attraverso il mondo online, facendogli acquisire competenze su un sistema ricco di opportunità, “allenandoli alla vita” e aiutandoli a scoprire chi sono e come diventarlo.
L’ispettore Berti ha posto l’attenzione sul ruolo attivo della scuola nell'insegnare ai propri studenti a verificare le fonti delle informazioni in rete, nella speranza di formare soggetti più consapevoli. Berti ha anche sottolineato l’importanza del dialogo nella famiglia, un sistema complesso in costante evoluzione, che è responsabile di porre limiti e regole. L’ispettore ha posto l'attenzione su una emergenza attuale, che vede una forte sessualizzazione già nella fascia 8-11 anni. Questo porta al condividere immagini di sé senza avere la consapevolezza della pericolosità di questo tipo di azione, che può portare il soggetto ad essere vittima di cyberbullismo o pedopornografia. I giovanissimi non hanno ancora la percezione né gli strumenti per comprendere l’enorme potere e rischio insito nel web: sta alla scuola e alle famiglie aiutarli a viverne le potenzialità, informandosi, aggiornandosi e rendendoli poi edotti sulle sue insidie ed "effetti collaterali".
Presente alla serata anche Chiara Maule, assessore alla partecipazione, innovazione, formazione e progetti europei del Comune di Trento, che ha evidenziato come genitori e insegnanti debbano riconoscere che la separazione tra reale e virtuale non sia più così definita: il virtuale è diventato parte del reale e i ragazzi subiscono l’influenza di mode e modelli scoperti online, a volte positivi, ma più spesso negativi, riproponendoli nella vita reale con conseguenze purtroppo note.
L'incontro si è concluso con un collegamento con la stazione scientifica Italo Francese in Antartide. I ricercatori hanno spiegato come la loro internet, tramite la quale la missione trasmette i dati scientifici, abbia una banda molto debole e questo li costringe a farne un uso personale molto oculato della rete riscoprendo, ad esempio, l’uso di manuali cartacei e, soprattutto, della propria memoria e delle conoscenze dei colleghi, invece di fare una ricerca su un motore web.
Intervista all'assessore Mirko Bisesti: