È stato Dino Zardi, ideatore e responsabile scientifico del Festivalmeteorologia, ad aprire ufficialmente la manifestazione nel corso di un dialogo con la responsabile dell’Ufficio stampa dell’Università di Trento, Alessandra Saletti. Il professor Zardi ha sottolineato come dare spazio ai giovani non sia uno slogan, ma un impegno concreto: “In questa edizione abbiamo voluto creare le condizioni perché fossero davvero protagonisti, con i loro progetti ideati nelle scuole, con la partecipazione diretta nell’inserimento dei dati meteorologici e il lancio di una radio sonda. Ma anche e soprattutto nella prima edizione della Students’ Conference di domani, in cui saranno organizzatori e relatori. Sarà un’occasione per mettere in luce il loro punto di vista. I giovani hanno una grande capacità di farsi ascoltare quando riescono a trovare il coraggio per prendersi il loro spazio. Sono forse meno condizionati da abitudine e pregiudizi e hanno un interesse diretto, perché gli esiti di questo cambiamento climatico li riguarderanno da vicino”. Il responsabile scientifico ha poi ricordato che Festivalmeteorologia riflette anche su altre questioni fondamentali della quotidianità su cui impattano le previsioni del tempo e l’analisi dei cambiamenti climatici: dalla protezione civile alla sicurezza, dall’agricoltura al turismo: “Per questo è fondamentale affidarsi a dati precisi e informazioni autorevoli”.
A portare il saluto della città di Rovereto è stata la sindaca Giulia Robol, che ha ribadito l’importanza del Festival per la comunità: “Questo evento è ormai una tradizione che la città vive con grande affetto. La meteorologia offre chiavi di lettura sul mondo e sui grandi temi del nostro tempo, e il fatto che i giovani vi partecipino in modo attivo dà ancora più valore a questa manifestazione. Rovereto accoglie con convinzione questo appuntamento, perché crede nella conoscenza come strumento di comprensione e dialogo”.
Il prorettore dell’Università di Trento, Franco Fraccaroli, ha posto l’accento sul ruolo dei giovani nei processi di trasformazione: “Saranno loro gli agenti del cambiamento. Ma questa sfida riguarda anche tutti noi. Non possiamo ignorare la scienza sul cambiamento climatico. È singolare come, di fronte ai dati di realtà, prevalga spesso una tendenza al conservatorismo e una resistenza al cambiamento. C’è molto lavoro da fare in termini di comunicazione scientifica per incidere su questi atteggiamenti. Il Festival, in questo senso, crea consapevolezza e stimola a generare cambiamenti nella vita quotidiana e politica”.
Anche Sergio Pisani, presidente di Aisam (Associazione italiana Scienze dell'Atmosfera e Meteorologia), nata nel 2016 proprio in occasione del Festivalmeteorologia, ha rimarcato la centralità dei giovani: “Siamo noi oggi a guidare le azioni a contrasto del cambiamento climatico oggi, ma domani toccherà ai giovani. E il Festival li mette al centro già da ora, in un contesto che ogni anno è fatto di relazioni e di occasioni per conoscersi e approfondire insieme le sfide della meteorologia”.
Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Maurizio Dapor: “La crisi climatica può far paura, ma la risposta dev’essere la conoscenza. La ‘generazione meteo’ ha la forza e la creatività per affrontare le sfide del pianeta. Questo festival porta la scienza fuori dai laboratori e la avvicina alla vita quotidiana: è un invito a fare domande, a mettersi in gioco e a leggere la scienza come una chiave per capire il mondo”.
Infine, il contributo dell’Aeronautica Militare, al fianco del Festival fin dalla sua prima edizione, è stato ricordato dal previsore meteo Daniele Mocio: “I giovani sono protagonisti di questa manifestazione e noi abbiamo il dovere di accompagnarli verso una comunicazione meteorologica corretta, rigorosa e comprensibile. Ogni anno qui ritrovo un confronto vero. Un pensiero va anche a Claudia e Paolo, che hanno saputo parlare ai ragazzi con un linguaggio semplice e autentico, avvicinandoli alla meteorologia”.




