
Roberto Anesi, miglior Sommelier di Italia 2017, ha guidato i partecipanti alla scoperta dei materiali e delle forme che meglio possono valorizzare le caratteristiche organolettiche del vino, dispensando consigli e suggerimenti utili per favorire l’esperienza. Dopo aver condotto un test preliminare con l’acqua utile a dimostrare come l’ingresso in bocca dei liquidi cambi la percezione del gusto, si è passati alla degustazione di Trentodoc con cinque differenti calici.
“Non c’è mai una seconda occasione per fare una bella prima impressione”: come ricorda Anesi, la cura del dettaglio è essenziale e le forme dei calici sono i primi strumenti di precisione nel servizio, sia in ambito ristorativo che domestico. La loro importanza però va oltre: il vino, infatti, prodotto naturale per eccellenza, continua la sua evoluzione nel bicchiere, che pertanto diventa strumento essenziale per coglierne tutte le sfumature.
Sottigliezza, spessore, larghezza del bevente e proporzioni di peso sono tutti elementi che influiscono nelle movimentazioni del liquido nel calice ed influiscono sugli aromi, le note olfattive e le percezioni tattili.
“I calici sono strumenti che vanno oltre la pura e semplice bellezza – racconta Anesi nel suo intervento. – Contribuiscono a formare, attraverso la lucentezza e la rifrazione, la prima impressione e l’impatto visivo del vino”.
Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato da Istituto Trento Doc e Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera.
Il laboratorio “Quanto la forma conta” è stato realizzato in collaborazione con Italesse.