
Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha rinnovato la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime, ringraziando nel contempo tutte le componenti che si sono mosse per i soccorsi e le autorità nazionali che, sin dai primi momenti dell’emergenza, hanno dimostrato attenzione e la vicinanza concreta al Trentino, sottolineando come anche nei luoghi più remoti del territorio la macchina della Protezione civile sa essere tempestiva ed efficace.
L’ingegner Curcio ha portato il saluto del Presidente del Consiglio dei ministri, evidenziando l’importanza di questo momento di ricordo rispetto a quanto accaduto un mese fa sulla regina delle Dolomiti. “La tragedia dello scorso 3 luglio ha colpito l’intera comunità nazionale: compostezza, serietà e garbo con cui è stata gestita l’emergenza da parte di istituzioni, soccorritori e territorio è qualcosa che tutto il Paese ha riconosciuto. Il disastro della Marmolada è entrato nelle coscienze di ognuno di noi, per la sua tragicità e perché ci ha messo di fronte ai rischi della montagna”. Soffermandosi sugli aspetti relativi alla sicurezza in quota, il capo della Protezione civile nazionale ha riferito come sia in fase di elaborazione un percorso che coinvolga tutti i territori dell’arco alpino - con competenze eterogenee - poiché la materia richiede un confronto con professionalità diverse. “La prospettiva della sicurezza deve essere valutata per ogni attività umana. Il sistema di valutazione richiederà del tempo, ma l'elemento essenziale rimane la consapevolezza del rischio - ha aggiunto Curcio -. Dalla commissione grandi rischi è emerso che i ghiacciai si ritirano di almeno un metro l'anno. Sorvolando la Marmolada ce ne siamo resi conto. Si sente il grido di dolore della montagna".