Mercoledì, 29 Ottobre 2025 - 13:56 Comunicato 3188

Al Castello del Buonconsiglio nuovo allestimento dal 1° novembre
La sala dedicata alla scultura di età romana riapre vestita di nuovo

Da sabato 1° novembre, negli ambienti medievali di Castelvecchio, riaprirà con un nuovo allestimento la sala archeologica dedicata alle sculture di età romana. L’ambiente fortemente suggestivo accompagna il visitatore tra antiche murature ed evidenze del passato alla scoperta di alcuni importanti reperti rinvenuti nel secolo scorso nel territorio trentino.
Impronta di piede di bambino nella sala dedicata alla scultura di età romana al Castello del Buonconsiglio [ Castello del Buonconsiglio]

Tra i manufatti esposti, alcuni inediti, vengono presentati in questo allestimento particolarmente evocativo, progettato dall’architetto Adriano Conci, sostituto dirigente del Servizio Tecnico del museo, e dalla geometra del museo Nellj Sighel.
“Già da tempo nei depositi avevamo individuato una serie di pezzi di assoluto rilievo – raccontano le archeologhe del museo Annamaria Azzolini e Morena Dallemule, curatrici della sezione – serviva però studiarli per far conoscere ai nostri visitatori la loro storia e poterli così inserire in un contesto che li potesse valorizzare”.
Tra i reperti spicca il fregio del raffinato rilievo con corteo marino, rinvenuto fra le macerie nei pressi di S. Maria Maggiore negli anni tra il 1955 e il 1957, in occasione di lavori di ricostruzione post-bellica e ritenuto al tempo pertinente ai ritrovamenti archeologici di Piazza Duomo. La ricerca ha permesso di capire che il fregio è in realtà parte di un sarcofago in marmo cipollino – ricostruito graficamente in mostra – realizzato probabilmente ad Ostia, e giunto in città quale dono rappresentativo venne collocato nella “Scuola professionale per la lavorazione del marmo e della pietra” di via delle Orfane per le esercitazioni di copia dal vero. Un reperto che ora “dialoga” con manufatti altrettanto straordinari è la base di candelabro in marmo bianco lunense – rinvenuta in Piazza Venezia - già appartenuta alla collezione personale di Giovanni Battista Zanella e tra le prime opere ad essere esposte al Museo Civico di Trento, marmo che affascina ancora per la delicata figurazione con satiri danzanti. Ma a sottolineare la fisicità di queste figure antiche, apprezzabili ora nel loro “innaturale candore”, vi è anche una selezione di statue preziose sebbene di piccole dimensioni come quella di Mercurio o quella di Apollo, qui esposta per la prima volta, cosi come è inedito il rilievo funerario con iscrizione “GERMA”, proveniente dal Doss Trento, raffigurante una coppia di sposi entro una corona d’alloro, donato al Municipio di Trento dal conte Benedetto Giovannelli, fondatore nel 1824 del primo museo cittadino.
Nel percorso sono esposti anche oggetti d’uso comune come anfore vinarie, o elementi utilizzati nell’edilizia, tra cui qualche esemplare particolarmente degno di nota, poiché conserva tracce di un’antica quotidianità: orme di cani, gatti, ovini e di un bambino forse sfuggito - per qualche istante - dalle braccia della madre che ha fissato per sempre l’impronta del suo piccolo piede nell’argilla ancora fresca.

(ac)


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