Venerdì, 16 Dicembre 2016 Comunicato 2689

Con Jeffrey Schnapp, il sistema trentino della ricerca a confronto, in attesa degli “stati generali”
L’”umanistica digitale”, nuovo approccio alla conoscenza

La convivenza e la relazione tra sapere scientifico e umanistico è un tema dibattuto da tempo e ben noto anche in Trentino, una terra che a partire dagli anni ’60 del secolo scorso ha fatto del sistema pubblico della ricerca e del dialogo fra conoscenza scientifica e umanistica uno dei suoi tratti distintivi, con la nascita dell’Istituto Trentino di Cultura e dell’Università. Questa mattina gli attori di questo sistema si sono confrontati con Jeffrey Schnapp, professore ordinario alla Harvard University ed uno dei massimi esperti mondiali nel campo delle "digital humanities". “Ho voluto organizzare questo incontro – ha detto in apertura l’assessora provinciale all'università e ricerca Sara Ferrari – come un momento di confronto sulle traiettorie della ricerca dopo tre anni da quando ho assunto questo impegno amministrativo e in cui, con la vostra collaborazione disponibile e intelligente, si è fatto molto per consolidare il posizionamento della nostra ricerca e individuare nuove vie di sviluppo. Vorrei ora con tutti voi, e grazie alla testimonianza del professor Schnapp, fare un ragionamento interdisciplinare sulla prospettive del nostro impegno, anche in vista degli Stati generali della Ricerca che vorrei si tenessero nella prossima primavera”.

Oltre all'insegnamento presso la Harvard University, Jeffrey T. Schnapp è direttore del MetaLAB@Harvard e co-direttore del Berkman Center for Internet and Society. Filologo romanzo di formazione, Schnapp è autore di venticinque libri, più di duecento saggi su autori quali Virgilio, Albertino Mussato, Dante Alighieri, Hildegard von Bingen, Francesco Petrarca e Niccolò Macchiavelli.
Quali interazioni tra ricerca scientifica e ricerca umanistica si possono trovare? Quanto conta in questo rapporto l’avanzare delle tecnologie e il cambiare dei costumi? Questi i grandi interrogativi che hanno fatto da sfondo all’incontro della mattina e, nel primo pomeriggio, alla conferenza pubblica che Schnapp ha tenuto presso l'Aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento; evocativo anche il tema scelto: "Il design del sapere”.
Il professore si è soffermato sull’importanza dei dati nella società contemporanea, vero e proprio “patrimonio sociale, di cui siamo tutti produttori; mezzo di produzione di saperi e di informazioni ma che, per raggiungere il pubblico, devono essere utilizzati secondo tecniche e modelli innovativi, perché la ricerca ha bisogno di aprirsi ad un pubblico più ampio - di quello tradizionalmente interessato alla scienza - e che solitamente fatica a comprenderne l’importanza”.
Non basta quindi fare ricerca, bisogna anche saperla raccontare e condividere. A questo scopo hanno un ruolo fondamentale le reti e le nuove tecnologie, che non devono essere intese come sostitutive dei canali tradizionali ma aggiuntive, come piazze virtuali, come strumenti che possono essere complementari o diffondere comunicazioni ridondanti.
“L’umanistica digitale – ha ricordato Schnapp - ė un termine che risale alla fine degli anni ‘90 per descrivere il tentativo di raccogliere diverse discipline scientifiche, mettendo in relazione il mondo digitale, la rete come spazio civico, i nuovi mezzi tecnologici, con le discipline umanistiche tradizionali”. Per affrontare il presente, secondo il professore, è fondamentale la cultura della sperimentazione, sperimentare attraverso nuove forme, mettere in dialogo competenze diverse, modellandone di nuove”. (lr)



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