
Durante l'incontro di ieri è stato illustrato il programma di miglioramento genetico del melo e i principali risultati ottenuti a cui sono seguiti l'assaggio e la successiva valutazione sensoriale di alcune nuove selezioni. L'attenzione è stata rivolta ai caratteri di resistenza alle principali avversità del melo, principalmente ticchiolatura, oidio e colpo di fuoco batterico, alla conservazione dei frutti e al periodo di raccolta.
Il programma di miglioramento genetico del melo mira alla ricerca e costituzione di accessioni migliorative rispetto all’attuale assortimento varietale tramite incroci mirati. Nell'attività svolta dal 1999 ad oggi il programma ha prodotto 1022 incroci, ottenendo 180 mila semenzali (n° totale nati da seme, messi a dimora ed innestati su M9). Attualmente i semenzali a dimora nelle coltivazioni sperimentali situate in Val d'Adige sono 60 mila.
I nuovi incroci sono frutto di operazioni di impollinazione naturale indotta dai ricercatori in campo, vale a dire che il polline durante la fioritura viene trasferito su fiori selezionati in modo da ottenere dei frutti, e successivamente semi, con "genitori" individuati per caratteri migliorativi. I semi vengono poi fatti germogliare e crescere nelle serre della Fondazione; dopo due anni le piante vengono messe a dimora nei frutteti sperimentali dove avrà luogo la selezione a cura dei ricercatori.