
Nella prima fase di attività sono stati analizzati quattro tipi di pomodori (datterini biologici e convenzionali, pomodori a grappolo e lavorati) per individuare sia composti neuroprotettivi, come polifenoli e aminoacidi, sia sostanze che richiedono ulteriori studi, come gli additivi alimentari. Questi elementi ed il loro comportamento sono stati osservati in un modello simulato di digestione per riprodurne il percorso nell’organismo.
I risultati del progetto condotto dal Centro Ricerca e Innovazione suggeriscono che alcune sostanze, tra cui la tomatina e il bisfenolo S, possono raggiungere il colon e da qui, potenzialmente, influenzare il cervello. Le informazioni e i dati ottenuti segnano un importante passo avanti nella comprensione del ruolo che può avere l’alimentazione nella prevenzione delle malattie neurodegenerative ed aprono nuove prospettive per future ricerche sulla dieta e la salute del cervello.
Il lavoro ha suscitato ampio interesse anche nella comunità scientifica internazionale con i risultati recentemente presentati ad importanti conferenze di settore, tra cui la Nordic Metabolomics Conference svoltasi a Turku, in Finlandia lo scorso agosto.