Opera è da sempre all’avanguardia nella residenzialità per quantità di posti letto, qualità e bellezza delle residenze e inserimento nella rete territoriale.
La disponibilità di posti alloggio, pari a 1150, pone Opera ai primi posti nel confronto nazionale, spinta dal primato nazionale di percentuale di presenza di “studenti fuori sede” pari al 65%. Il rapporto posti alloggio/iscritti è da sempre un parametro che ha contribuito al posizionamento dell’Università e alla scelta di molti studenti a favore dell’Ateneo trentino.
Non solo quantità, ma anche bellezza, cura delle architetture e della qualità dell’abitare, perché vivere nelle residenze non rappresenti solo una risposta a un’esigenza pratica. ma sia anche di motivazione per la costruzione di una società più bella e più vivibile. Pensiamo alle residenze San Bartolameo, con Sanbàpolis, la cittadella universitaria ideata da Juan Manuel Palerm Salazar, o la residenza Mayer, costruita con la valorizzazione della filiera del legno, nel rispetto dei criteri e dei requisiti della progettazione sostenibile, come sottolineato dall’ottenimento del certificato LED Platinum, nonché dalla candidatura al premio Romano del Nord, durante la terza edizione del 2020. Le residenze sono inserite nel territorio dove si collocano il teatro, la palestra di roccia, il palazzetto dello sport, da sempre aperte alle iniziative del territorio, per favore il dialogo tra il mondo studentesco e la città.
Nei confronti delle realtà europee più vicine, recenti studi hanno stimato che, a livello nazionale, solo il 3% degli studenti iscritti risultano ospiti di residenze universitarie, contro il 6.5% di Francia e il 7.8% di Germania. “In Trentino sono il 6.6% e, tenuto conto dei trend di crescita della popolazione studentesca e del numero di alloggi potenziali, vogliamo portarli circa al 10% - dice la presidente di Opera Laura Frigotto -. Sono questi i numeri ai quali vogliamo tendere”.
Cogliendo l’occasione fornita dal Bando per le residenze universitarie finanziato anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Opera presenterà direttamente tre progetti; due per nuove residenze: il completamento di San Bartolameo per un totale di 110 posti e la realizzazione del primo studentato universitario a Rovereto per 208 posti; nonché un intervento di riqualificazione energetica per l’efficientamento della residenza di Borino di Povo, per un totale di 110 posti.
I progetti di Opera prevedono quindi un incremento di 670 posti alloggio per un totale di investimento di circa 40 milioni di euro. Ha aderito alla chiamata rivolta al territorio e lanciata in occasione del convegno per il diritto allo studio svoltosi lo scorso dicembre anche la Fondazione Cassa Rurale Alta Valsugana, che presenterà domanda di co-finanziamento per la realizzazione di uno studentato su Pergine di 400 posti. Il Bando nazionale per la richiesta di cofinanziamento si chiuderà a metà maggio e prevede l’esito delle domande dopo 120 giorni. I progetti andranno realizzati entro il 31 dicembre 2025.
Il sistema del diritto allo studio in Trentino arriverà quasi al raddoppio dei posti alloggio: “Un’operazione importante - spiega la presidente di Opera Maria Laura Frigotto - che mira a portare il Trentino ad una proposta, non solo di studio eccellente, grazie ai percorsi universitari di qualità della nostra Università, ma anche di esperienza universitaria vera e piena per tutti, anche per i meritevoli ma economicamente fragili, che possono vivere le proposte culturali, sportive, di relazione che arricchiscono il percorso disciplinare trasformandolo in un percorso di formazione della persona. Questo è possibile con una residenzialità a misura di studente, che risponde alle sue vere esigenze, ma aggiungendo 'il bello' che, come sappiamo, dà ispirazione per il meglio".
“Sono oltre 30 anni che Opera Universitaria investe in istruzione, facendo crescere dal punto di vista culturale, ed economico, il territorio trentino - prosegue l’assessore provinciale Mirko Bisesti -. Uno dei punti di forza dell’Università degli Studi Trento è anche la sua offerta di residenzialità, visto che oltre il 60% degli studenti proviene da altre regioni italiane o dall’estero. Più volte, coi vertici di Università e Opera, abbiamo ragionato sugli spazi di studio e di alloggio, sui luoghi di residenza ma anche di socializzazione che rafforzano il legame con il tessuto sociale del territorio. Oggi siamo qui per presentare alcuni interventi strutturali importanti, che colgono l’occasione fornita dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Progetti che non si limitano ad ampliare l’offerta del capoluogo, ma sono aperti ad altri luoghi, Rovereto in primis ma anche Pergine Valsugana, e che ci aiuteranno a costruire sempre più una università diffusa sul territorio.
Questi i progetti per il futuro, ma il sistema del diritto allo studio non resta in attesa. Opera universitaria ha già dato il via al cantiere della residenza Santa Margherita, pronta entro giugno 2024, con un totale di 50 posti e una mensa; mentre è in corso il progetto per lo studentato nell’Area Piedicastello che amplierà l’offerta abitativa di 200 posti, per il quale è già stato stanziato il cofinanziamento ministeriale. "Con questa iniziativa – spiega il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian – abbiamo cercato di venire incontro alle esigenze che sono emerse in modo molto chiaro subito dopo il periodo di stretto isolamento a causa della pandemia. La ripresa delle attività è stata accompagnata da una forte richiesta di alloggi a cui il settore privato ha potuto dare risposta solo in parte. È emersa quindi la necessità di trovare nuovi alloggi e potenziare così l’offerta pubblica per mantenere alto il livello dell’offerta dei servizi che da sempre contraddistingue e contribuisce a rendere competitivo l’Ateneo trentino. Un plauso in questo senso va senz’altro all’Opera Universitaria per gli sforzi a sostegno del diritto allo studio e per le risorse investite nei servizi e negli alloggi a beneficio delle nostre studentesse e dei nostri studenti".
“Parlare di diritto allo studio senza considerare il diritto alla casa significa ragionare in astratto e non considerare quali sono le condizioni che garantiscono a uno studente la possibilità di frequentare l’università: il costo dell’alloggio proporzionato al reddito familiare è sicuramente una delle più importanti. Dunque le nuove residenze universitarie di Trento oltre a rendere più appetibili i nostri corsi di laurea, soprattutto per i fuori sede, aiutano l’Università a intercettare tutti gli studenti meritevoli, a prescindere dalle possibilità economiche, e di conseguenza ad aumentare l’esiguo numero dei laureati, oggi una vera e propria emergenza nazionale. Infatti l’Italia ha i tassi di laureati fra i 25 e i 34 anni fra i più bassi d’Europa: siamo intorno al 30% nel 2020, contro una media europea del 45%”, questo il messaggio del sindaco di Trento Franco Ianeselli, che non ha potuto essere presente per impegni istituzionali.
“Investire sulla formazione significa investire sul futuro della nostra terra e dare opportunità alle nuove generazioni; lo studentato rappresenta una grande opportunità per la nostra città – commenta il sindaco di Rovereto Francesco Valduga –. Promuovere la residenzialità degli studenti e dei docenti provenienti da altre realtà, vuol dire arricchire la città di punti di vista nuovi e la rende più vivace. Rovereto ha dimostrato di essere un luogo ideale per la ricerca e l’innovazione e al contempo permette di vivere una esperienza accademica dove al tempo dello studio si può affiancare quello dello svago, con un'importante offerta culturale e luoghi dove praticare sport e vita all’aria aperta, per una qualità della vita ottimale”.
Come dice il sindaco di Pergine Valsugana Oss Emer: “Il sito Ex Cederna rappresenta una opportunità di sviluppo socio-economico incredibile per la nostra comunità. Per questo dell’amministrazione si è sentita in dovere di fare tutto quanto era nelle proprie potestà per favorire, non solo attraverso una modifica dello strumento urbanistico ma anche con un coinvolgimento attivo, la realizzazione di questo ambizioso progetto che contribuirà a cambiare volto alla nostra città ed a dare impulso e linfa alla crescita sociale, culturale ed economica. L’area interessata dall’intervento era sede di un compendio industriale attualmente dismesso e degradato che ha rappresentato negli anni 60/80 per centinaia di perginesi fonte di reddito. La sua riconversione attraverso questo intervento da parte della nostra Cassa Rurale permetterà di restituirla alla nostra cittadina”.
“Il nostro territorio – sottolinea il presidente della Cassa Rurale Alta Valsugana, Franco Senesi – offre un florilegio di attività culturali, sportive e ricreative; un patrimonio sociale che, combinato con la facilità di collegamento con Trento, anche attraverso la mobilità sostenibile, rende il nostro territorio location ideale. Con questo progetto ci mettiamo a disposizione per dare una risposta concreta agli studenti che hanno scelto il Trentino come meta del loro percorso di studi”. (at e lc)
Presidente di Opera Frigotto
Assessore Bisesti
Rettore Deflorian
Immagini a cura dell'Ufficio Stampa
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