Venerdì, 23 Settembre 2022 - 14:38 Comunicato 2907

Al Festival dello Sport, focus sulla nazionale di pallacanestro e il suo percorso agli Europei, appena concluso. Con un obiettivo ambizioso, portare il basket al grande pubblico
Gianmarco Pozzecco e Gianni Petrucci: il risultato è importante, ma ciò che conta è l’emozione

A pochi giorni dalla fine degli Europei, al Festival dello Sport di Trento, si traccia un bilancio dell’esperienza della nazionale italiana di basket che ha fatto sognare e sperare gli appassionati, pur concludendosi ai quarti di finale. Un bilancio positivo, secondo il presidente della FIP Gianni Petrucci e il coach Gianmarco Pozzecco, che hanno portato sul palco una riflessione “Le valutazioni vanno fatte in base a ciò che si ottiene o che si merita? Lo sport deve regalare emozioni, indipendentemente dal risultato. Ciò che abbiamo fatto, pur nel rammarico di non essere riusciti ad andare oltre, è stato incredibile ed ha emozionato. Questo è quello che conta”.
PETRUCCI E POZZECCO, TIRO DA DUE Nella foto: Andrea TOSI , Gian Marco PETRUCCI, Gianmarco POZZECCO, Antonino MORICI Festival dello Sport Sala Depero Trento, 23 settembre 2022 [ Daniele PATERNOSTER Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento]

Divertimento, positività e capacità di fare squadra sono le parole chiave che ritornano nel corso dell’intervista ai due pilastri della scena del basket italiano.
L’uno, Petrucci, che ha saputo comprendere con lungimiranza le potenzialità di allenatore di un giocatore estroso ed estroverso, genio e sregolatezza, affidandogli la responsabilità di guidare la squadra, anche di fronte a molti scettici.
L’altro, Pozzecco, il tredicesimo uomo in campo, colui che sa farsi amare dai sui ragazzi, motivarli, spingerli a dare sempre il massimo anche quando la vittoria sembra impossibile. L’allenatore che, al primo posto, mette il divertimento, suo, dei giocatori e degli spettatori.
Il racconto sul palco non può che partire dalla partita giocata agli Europei 2022 contro la Francia e terminata 93-85 per i transalpini. “Rimane alto il rammarico per una sconfitta non meritata – racconta Petrucci – ma grande la soddisfazione per l’entusiasmo che la nazionale italiana è stata in grado di generare. Un’attenzione generata anche grazie all’immagine, al carisma, alla capacità di emozionare di Pozzecco. Un coach che sa rendersi parte della squadra”.
Abilità che Pozzecco pare aver affinato – racconta - proprio grazie alla sua esperienza di giocatore, quando a causa della sua peculiare conformazione fisica ha sviluppato talenti differenti e atipici, come la velocità, la sorpresa, l’invenzione. Qualità spesso non comprese dagli allenatori e fonte di una sorta di diffidenza. Una situazione vissuta con fatica al tempo che lo ha spinto a dare massima fiducia ai suoi giocatori una volta passato al ruoto di coach. Nessuna rigidità, massima empatia con gli atleti, diventando parte della squadra. Come, appunto, un tredicesimo in campo.
E se questa è la realtà odierna nel mondo della palla a spicchi, tra i progetti futuri si menziona il grande lavoro della Federazione per portare il grande basket in chiaro, finalmente, nelle case di tutti, così come avviene per altri sport come ad esempio la pallavolo. “Una questione sulla quale si sta lavorando, spiega Petrucci e un obiettivo che mi pongo e che riguarda non tanto la popolarità di questo sport, o la sua apprezzabilità, ma i diritti tv e il loro costo”.
Un ultima chicca, che sicuramente renderà felici gli appassionati, la fornisce Petrucci, che grazie alla collaborazione e al fattivo interessamento del trentino Salvatore Trainotti (general manager della Nazionale), si dichiara “sufficientemente ottimista” di riuscire a portare in Italia, per i mondiali, il talento di Paolo Banchero, cestista nato e cresciuto negli States ma naturalizzato italiano.

(cv)


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