
Daniela Ceccarelli al pubblico di Trento ha raccontato alcuni dei momenti salienti del suo percorso nel mondo dello sci: “L’incontro con l’allenatore della valanga rosa Toni Morandi è stato uno dei momenti più importanti perché fu lui a darmi questo sogno. Partii per ultima a un campionato italiano, feci un buon risultato ma ai tempi non ero focalizzata solo sullo sci. Lui mi disse “se mi segui faremo qualcosa di bello insieme” e così feci. Altri bei ricordi sono la vittoria olimpica e quando sono tornata a gareggiare a St. Anton dopo aver avuto Lara.
C’erano Federica Brignone e Lindsey Vonn che ci sono ancora adesso, quindi non mi sembra un ricordo così lontano” . Per la campionessa olimpica: “L’emozione da atleta o da allenatrice è la stessa: il coinvolgimento è sempre l’inseguimento di una curva perfetta che sai che ti sfugge sempre. A volte pensi di averla capita ma poi il giorno dopo sei ancora lì che continui a inseguirla. Lo sci è sempre stato uno strumento per capire meglio me stessa sia da atleta che adesso che sono allenatrice e mamma di Lara”.
Lara Colturi ha invece dovuto scegliere fra due grandi passioni sportive: “Da piccola ho dovuto decidere tra pattinaggio artistico e sci e mi sono concentrata sullo sci perché era proprio il mio. Da lì in poi ho finito il circuito children, ho fatto le gare Fis in Sudamerica e da lì sono andata direttamente in coppa del mondo. Mi sono detta “Oh mio Dio” ero in gara con una Shiffrin o con atlete che guardavo in televisione poco tempo prima, è stato un momento unico. Mi diverto a sciare, non lo vedo ancora come un lavoro, lo faccio perché mi diverto”.
Lo sci grande passione anche se non è facile trovare l’equilibrio tra sport e famiglia, soprattutto in pista, come ha raccontato la Ceccarelli: “Quando finisce l’allenamento si va a casa e siamo sempre noi. Il vantaggio è quello di condividere tutto in questa avventura familiare, non possiamo dire che non viviamo 24 ore con i nostri figli. Siamo appena tornati da una bellissima trasferta in Nuova Zelanda e non c’è solo la scommessa agonistica ma anche la parte del viaggio. C’è sempre il dubbio che non stiamo facendo abbastanza, perché siamo sempre noi a differenza delle grandi squadre, anche se questa famiglia si sta allargando con fisioterapista, cuoco e skiman”.
Un concetto evidenziato anche dalla Colturi: “La prima stagione è servita per ambientarmi in un mondo che avevo sempre visto da fuori e da dentro è tutta un’altra cosa. Sono arrivate le prime qualificazioni partendo da dietro e non è stato facile. Sono riuscita a entrare nelle prime 30 e dal secondo anno i pettorali sono migliorati. In questa terza stagione sono arrivati i primi risultati ed è stato stupendo. Non sento il peso della responsabilità, siamo sempre noi, in famiglia, siamo un po’ una banda di pazzi sempre in giro insieme e scherziamo anche fino a 30 secondi prima del cancelletto di partenza e mi piace viverla così. Mi piace questo mondo e ho fatto anche tante amicizie. L’infortunio è stato un momento difficile, ho fatto otto mesi di riabilitazione e da lì in poi ho capito che bisogna dare molta attenzione al proprio corpo anche in fase di riscaldamento”.
Nell’incontro si è parlato anche di sicurezza per chi gareggia sugli sci anche dopo la recente tragica scomparsa di Matteo Franzoso: “Siamo arrivati - ha detto Daniele Ceccarelli - ad un punto di non ritorno: Matteo Franzoso e Matilde Lorenzi non ci sono più. Dobbiamo prenderci le responsabilità, noi allenatori per primi. Questo mondo è fatto di persone che amano lo sci più di ogni altra cosa al mondo. Se vogliamo fare del bene ai nostri ragazzi e al nostro sport dobbiamo metterci a scrivere una nuova pagina".