Sabato, 14 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1510

Rossi: "Al centro di tutto la valorizzazione del merito"
DIRIGENZA PROVINCIALE: IN ARRIVO UNA RIFORMA ALL'INSEGNA DELLA FLESSIBILITA'

Flessibilità e maggiore mobilità, superando la logica della dirigenza a vita: questo il cuore della mini-riforma della dirigenza pubblica su cui la Giunta provinciale di Trento oggi ha discusso in una seduta svoltasi nel pomeriggio in Piazza Dante. Elemento centrale, la creazione di un albo dal quale il governo provinciale attingerà per l'assegnazione degli incarichi dirigenziali. L'accesso all'albo sarà regolato da un corso-concorso e la carica dirigenziale non sarà più "a vita", ma dipenderà dal bisogno reale dell'amministrazione. Al termine di un incarico, infatti, il dirigente che non fosse eventualmente riconfermato rientrerà nell'albo. Dopo un determinato periodo di tempo di permanenza senza ricevere un incarico dirigenziale si potrà anche uscire dall'albo, tornando a fare mansioni svolte in precedenza ad altri livelli. Tutto questo comporterà maggiore flessibilità, riduzione nel numero degli incarichi dirigenziali (già oggi per la verità piuttosto contenuti in Trentino, ammontando all'8% del totale) e introduzione di alcuni meccanismi innovativi sia per quanto riguarda la selezione del personale dirigenziale, premiando non solo i titoli e l'anzianità ma anche il possesso di particolari caratteristiche, anche solo potenziali, sia sul versante del rapporto pubblico-privato (verranno studiate modalità che permettano anche a privati di "pescare" dall'albo dei dirigenti provinciali figure di cui possano avere bisogno).-

"La domanda di dirigenza non è statica, varia nel tempo - spiega il presidente Ugo Rossi - e questo significa che dobbiamo introdurre nel sistema elementi di flessibilità. Quindi, non ci saranno più dirigenti 'a vita', ma personale dirigenziale appositamente selezionato, che potrà essere utilizzato o meno nell'ambito dell'amministrazione, a seconda delle necessità. L'altra parola chiave è merito. Con l'istituzione dell'albo dei dirigenti verranno definiti meccanismi di ingresso attraverso percorsi concorsuali e meccanismi di valutazione del potenziale del dipendente, che tengano conto non solo dei titoli e dell'anzianità di servizio e favoriscano le caratteristiche, gli skills, del candidato, in particolare dei più giovani".
L'accesso all'albo, da parte di dipendenti che comunque hanno già superato un concorso per entrare nei ranghi della pubblica amministrazione, avverrà in pratica attraverso un corso-concorso. Dall'albo l'amministrazione attingerà per i proprio bisogni, e all'albo si potrà anche tornare a fine incarico. In questo caso la qualifica sarà mantenuta, ma non per sempre (mentre oggi, lo ricordiamo, la qualifica di dirigente obbliga la Provincia a conferirgli un incarico).
Dopo un determinato periodo di tempo di permanenza senza incarico il dirigente potrà uscire dall'albo e perdere di conseguenza la qualifica. La figura del dirigente pubblico, quindi, sarà sempre più legata al raggiungimento di risultati. Il dirigente potrà essere posto alla guida di diversi livelli di Struttura: Struttura semplice, Struttura complessa e Struttura di missione (queste ultime saranno costituite in numero limitato e andranno a sostituire gli incarichi speciali)). L'incarico sarà a tempo determinato, per non meno di 3 anni e non oltre 5.
Verranno anche riformati i livelli inferiori rispetto a quello dirigenziale, in particolare con l'istituzione di nuove figure intermedie, quelle dei professionals, già esistenti in alcuni settori della pubblica amministrazione.

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