Sabato, 25 Maggio 2024 - 16:49 Comunicato 1347

Burocrazia, croce e delizia della democrazia

L’articolo 3. della Costituzione sancisce l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che limitano o impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione alla vita politica, economica e sociale del Paese.
In tal senso, la burocrazia collabora con la Repubblica alla rimozione degli ostacoli o contribuisce essa stessa a crearne?
Attorno a questo interrogativo, moderati dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Emilia Patta, si sono confrontati oggi al Festival dell’Economia di Trento Fabrizio Fracchia, docente all’università Bocconi di Milano, Remo Morzenti Pellegrini, vicepresidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Margherita Romajoli, docente dell’Università di Milano.
Burocrazie e democrazie Nella foto: Emilia PATTA; Remo MORZENTI PELLEGRINI; Margherita RAMAJOLI; Fabrizio FRACCHIA [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Secondo Fracchia l’amministrazione è il primo volto dello Stato agli occhi del cittadino ed è un ostacolo necessario per il suo ruolo di mediazione. Il problema, secondo il professore, nasce quando da ostacolo necessario diventa un ostacolo indebito, cosa che accade quando viene impedita l’attuazione dell’articolo 3 della Costituzione creando delle inefficienze nel sistema. Tuttavia, secondo Fracchia, il più delle volte ciò accade non a causa dell’amministrazione in sé quanto per il regime normativo a cui essa deve dare applicazione.

Secondo Morzenti Pellegrini negli ultimi anni anche nella pubblica amministrazione si è dato avvio ad un ambizioso processo di transizione, nato non dall’adozione di riforme del sistema ma perché si è compresa l’importanza di valutare e valorizzare accanto alle conoscenze anche le competenze del personale amministrativo sin dalla fase di recruiting, per avere una macchina amministrativa capace e adeguata alle sfide del mondo moderno. Un passaggio fondamentale, ha spiegato Morzenti, anche per rendere più attrattiva la pubblica amministrazione e dare un colpo di spalla alla cultura della burocrazia difensiva, intesa come “paura della firma”.

La professoressa Ramajoli ha poi affrontato il tema dell’intelligenza artificiale applicata mondo della pubblica amministrazione, sottolineando come se da un lato l’AI può apportare miglioramenti in termini di efficienza (riducendo tempi di attesa, migliorando performance e qualità dei servizi) dall’altro può portare dei nodi a diversi livelli, per evitare i quali occorre imparare ad utilizzare questi nuovi strumenti continuando però a coltivare i saperi umanistici. Anche qui fondamentali formazione e competenze, dal momento che le risposte fornite dall’intelligenza artificiale dipendono dal modo in cui le si pongono le domande, è stato precisato.

Infine un passaggio sul rapporto tra i differenti livelli burocratici, che per Fracchia può diventare problematico solo in assenza di regole chiare.  Romajoli, prendendo ad esempio quanto accaduto durante la pandemia, ha invece ricordato il volto benevolo - la capacità di gestione dell’emergenza -  e al contempo malevolo - rigidità, eccesso di burocrazia e scarsa collaborazione tra livelli amministrativi - dell’amministrazione.
Per Morzenti Pellegrini, ancora una volta, può essere la qualità delle risorse umane nella pubblica amministrazione a fare la differenza, auspicando in tal senso che anche il mondo della formazione si adegui per affrontare le sfide che i tempi richiedono.

(sr)


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