Lunedì, 04 Febbraio 2013 - 02:00 Comunicato 285

Il relativamente alto numero di episodi accertati non dimostra un'alta presenza del fenomeno ma la qualità dell'azione di contrasto
BRACCONAGGIO IN TRENTINO: VIGILANZA EFFICACE, FENOMENO SOTTO CONTROLLO

Il fenomeno del bracconaggio è certamente presente anche in Trentino, ma non vi sono elementi concreti per sostenere che si tratti di una delle aree in Italia dove esso è più rilevante. Vi sono invece, al contrario, numerose evidenze che il Trentino è tra le province e regioni italiane dove, grazie alla diffusa attività di vigilanza e controllo, si scopre il maggior numero di atti di bracconaggio. Non è dunque un "Trentino da vergogna" - come titola oggi la prima pagina di un quotidiano locale - quello che emerge dai dati recentemente diffusi dalle associazioni per la tutela faunistica, bensì un territorio virtuoso per quanto riguarda la lotta e le azioni di contrasto a tale fenomeno. Una vigilanza efficace che riesce, forse più che altrove, a mantenere il bracconaggio sotto controllo.-

I dati recentemente apparsi e riportati anche dagli organi di stampa locali vanno dunque letti alla luce dello sforzo di vigilanza e non solo in termini assoluti. L'attività di vigilanza in materia di protezione della fauna selvatica ed esercizio della caccia è infatti una delle priorità del personale del Corpo forestale trentino (che vigila anche in altre materie quali la viabilità forestale, la raccolta funghi, le aree protette, le acque ecc), affiancato spesso in questo anche dalle guardie dell'Associazione cacciatori trentini, dai guardaparco e dai custodi forestali.
Azioni mirate vengono condotte regolarmente, sia durante la stagione della caccia che durante i periodi di chiusura dell'attività venatoria, con particolare attenzione alle attività illecite rivolte alle specie protette, ai tetraonidi ed agli ungulati selvatici.
Nel solo 2012 sono state 56 le azioni antibracconaggio condotte che hanno portato alla denuncia per reati in materia venatoria o di protezione della fauna selvatica. Sempre durante lo scorso anno in altri 230 casi (dunque 286 in totale, in materia) gli agenti hanno rilevato invece infrazioni di tipo amministrativo per oltre 31.000 euro di sanzioni.
Oltre a ciò le attività condotte con successo nella lotta al bracconaggio vengono in Trentino spesso rese note al pubblico con una costante campagna di informazione (solo nel 2012 sono stati ben 10 i comunicati stampa della Provincia autonoma di Trento che hanno riferito in proposito).
Pare dunque corretto sostenere, in conclusione, che il Trentino è tra le regioni dove si scopre il maggior numero di atti di bracconaggio (come del resto viene riportato nelle pagine interne del quotidiano Adige di oggi, più che dove si verifica il maggior numero di atti di bracconaggio. E questa non è certamente una "vergogna" ma un fatto positivo. -