
L’iniziativa si svolge nell'ambito del protocollo d'intesa, avviato nel 2016 e rinnovato anche per quest'anno, fra la Soprintendenza per i beni culturali provinciale, il Dipartimento di Biologia e Museo di Antropologia dell’Università di Padova e l’ASUC di Sopramonte, proprietaria dell'area. Per l'intera settimana proseguirà lo scavo archeologico nel cimitero dell'antico monastero che ha già restituito negli anni anni scorsi diverse sepolture. Gli studenti, coordinati dai docenti, si eserciteranno nella ricerca sul campo e nella catalogazione e studio delle tombe che verranno messe in luce. Saranno inoltre seguiti nelle operazioni di scavo da archeologi professionisti con la direzione scientifica della Soprintendenza.
Il progetto ha avuto origine nel 2010 a seguito di uno studio condotto da Christian Fogarolli per la tesi di laurea specialistica in Archeologia Medievale nel quale la ricerca storica e archivistica è stata completata dalla lettura delle murature. Le caratteristiche diverse nella forma e nel tipo di materiali adoperati, unitamente alle informazioni dedotte dai documenti antichi, hanno confermato che il complesso è stato più volte ristrutturato. Nato come monastero e documentato per la prima volta nel 1234, è stato poi adibito a usi diversi, ad esempio residenza estiva per i preposti della cattedrale di Trento a fine Quattrocento.
Le attività di tutela e la valorizzazione del complesso monumentale sono iniziate nel 2015 con l’obiettivo di indagare in maniera più approfondita il contesto archeologico, geologico e strutturale attraverso prospezioni georadar, carotaggi manuali, sondaggi, oltre al monitoraggio della chiesa di Sant’Anna e dell’edifico del preposto. Il ritrovamento di un cimitero antico ha costituito l’occasione per ampliare il progetto di ricerca con la partecipazione dell’Università di Padova e, inizialmente, della Appalachian State University del North Carolina (USA). Nel corso delle campagne di scavo sono state rinvenute 13 sepolture, analizzate e studiate dagli antropologi. I primi risultati hanno permesso di conoscere i rituali di sepoltura: deposizione in cassa, in lenzuolo e con cuscino e lenzuolo. In quattro casi le tombe sono disturbate e le ossa sistemate alla meglio. Tutti i defunti venivano deposti supini e - laddove lo scheletro era ben conservato - rimanevano gli arti superiori incrociati a livello dell’addome. I defunti erano sia maschi che femmine, deceduti fra i 30 e i 40-45 anni. In pochi casi è stato possibile stimare la statura: un individuo maschile (171.7 cm) e due femminili (media 155 cm). Infine, sono state rilevati i segni di alcune malattie a livello dei denti e delle ossa.
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