
“L’imprevedibilità delle annate, l’influenza delle temperature, gli eventi atmosferici e le piogge nelle varie fasi del ciclo della vite, i drammi che può creare per i vigneti un clima avverso sono elementi di grande peso sulla produzione enologica – hanno raccontato i due sommelier -. L’annata 2010, invece, è stata splendida in Trentino, desiderabile, ideale sotto tutti gli aspetti: né troppo calda né troppo fredda, con nessun evento climatico avverso, un meteo favorevole per la vendemmia, le piogge al momento giusto”.
I Trentodoc prodotti con le uve di quell’annata, quindi, hanno dato degli ottimi risultati sia in termini gustativi sia in termini di longevità. Ed è proprio la magia che si crea in bottiglia grazie a ottime annate, al saper fare del produttore e al saper attendere che è stata al centro dell’eccezionale degustazione condotta da Loguercio e Tesi, di sei Trentodoc Riserva fuori commercio, tutti dell’annata 2010: Masetto Privé Endrizzi, Dosaggio Zero Riserva Letrari, Madame Martis Dosaggio Zero Limited Edition di Maso Martis, Aquila Reale Cesarini Sforza, Riserva Lunelli Ferrari e Flavio Riserva di Rotari. Un viaggio epico alla scoperta di vini nel pieno della loro maturità, all’apice del loro splendore, per scoprire stili e case spumantistiche differenti.
“Abbiamo esplorato l’evoluzione degli affinamenti nel tempo con bottiglie che sono rimaste sui lieviti da 84 (Masetto Privé) a 130 mesi (la Madame Martis). Sono tutti Trentodoc Riserva di una grande complessità, dove domina lo Chardonnay, ma in alcune cuvée troviamo anche il Pinot Nero a dare il suo graffio e la sua impronta”, hanno commentato i due sommelier. Una degustazione d’eccezione che ha dimostrato la grandezza di un’annata e del Trentodoc e la capacità di vincere la sfida del tempo anche su lunghe distanze.
Rassegna stampa ad uso interno: Articolo da L'Adige - 23.09.2024