Giovedì, 12 Ottobre 2017 - 16:01 Comunicato 2698

Al via ufficiale la ventesima edizione domani con un'intera giornata dedicata alle migrazioni
20° Religion Today Filmfestival

Al via ufficiale la ventesima edizione di Religion Today Filmfestival, che quest’anno celebra il ventennale con un'ampia riflessione sulle grandi sfide di ieri e di oggi. "Venti anni che hanno cambiato il mondo" è il titolo che accompagna i dieci giorni del programma trentino, con proiezioni, spettacoli, conferenze che attraversano le trasformazioni di questo tumultuoso ventennio: il ritorno della religione nello spazio pubblico, le migrazioni, il doloroso intreccio tra religioni e violenza, la condizione della donna e le relazioni di genere nei vari contesti culturali e religiosi. Si parte domani, venerdì 13, con la scelta di campo di un'intera giornata dedicata alle migrazioni: una conferenza pomeridiana con l’Associazione Carta di Roma e in serata uno spettacolo teatrale dal titolo “Questo è il mio nome”. Sabato invece spazio al cinema: Religion Today riprende il suo viaggio nelle differenze con una serata dedicata al dialogo e la presenza di David Riondino. In mattinata la riflessione sul tema dell'anno incrocia infine il progetto “Dalla parte di Eva”.

Dopo il successo degli appuntamenti di “Aspettando il festival”, si inaugura domani, venerdì 13 ottobre, la ventesima edizione del Religion Today Filmfestival, che per dieci giorni riempirà il Teatro San Marco – e non solo – con cinema, musica, teatro e conferenze a guidare la riflessione attraverso la complessità di questi ultimi venti anni.
Si inizia il pomeriggio di venerdì alle ore 15.00 presso la Sala Belli del Palazzo della Provincia autonoma di Trento con l’incontro Media e immigrazione, cosa è cambiato con la “Carta di Roma”, appuntamento organizzato in collaborazione con Cinformi, Centro informativo per l’immigrazione della Provincia autonoma di Trento. Sarà Paola Barretta, redattrice per l’Associazione Carta di Roma dello studio annuale sulla rappresentazione del fenomeno migratorio, a ripercorrere gli ultimi due decenni del rapporto fra media e immigrazione. L'analisi si concentrerà soprattutto sui cambiamenti avvenuti dopo la stesura del protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti. L’intervento sarà affiancato da uno sguardo sull’evoluzione del fenomeno migratorio in Italia a cura di Serena Piovesan, sociologa dell’area studi e ricerche del Cinformi.
I contenuti dell’incontro saranno ripresi in serata, alle 20.45 al Teatro San Marco, dove sarà in scena lo spettacolo Questo è il mio nome, a cura del Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia, che con questo titolo comunica fortemente la rivendicazione del diritto di essere chiamati, di chiamarsi, di essere persone. Lo spettacolo, nato da un progetto Sprar di Reggio Emilia, è una finestra aperta su storie che troppo spesso rimangono invisibili: da Senegal, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Gambia, sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio. In scena Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe, Lamin Singhateh, richiedenti asilo e rifugiati ospitati a Reggio Emilia, alla guida la regia di Monica Morini e Bernardino Bonzani.
Il tema delle migrazioni e la presenza sul palco di artisti – attori e musicisti – rifugiati politici e richiedenti asilo, ritornerà anche in chiusura del Festival, con un senso di circolarità, ma con una scelta artistica che vuole rappresentare una vera presa di posizione nella considerazione del tema delle migrazioni uno dei cruciali snodi di questi ultimi anni e che si può affrontare, oltre che con politiche adeguate, mettendosi in ascolto di chi la migrazione la vive.
Venerdì alle 17.00 presso il Seminario Maggiore in via S.Croce, un momento di recupero delle origini di Religion Today:  a venti anni dalla nascita del festival, un incontro con alcuni dei fondatori e amici di lunga data. Con: Jerry Kuhel, storico produttore della BBC (UK), Gilli Mendel, già direttrice degli eventi della Cineteca di Gerusalemme (Israele), Mons. Mussiè Gebreghiorghis, Vescovo di Endibir (Etiopia) e Lia Beltrami Giovanazzi, che parlerà del suo nuovo libro Libertà, Incontro, Avventura (Edizioni Il Faro).
Sabato 14 invece l’attenzione si sposta sul tema donne e relazioni di genere con la presentazione del progetto Dalla Parte di Eva progetto promosso dalla Fondazione Bruno Kessler con la collaborazione del Centro per la Cooperazione Internazionale e del Religion Today Filmfestival e il sostegno dell’Assessorato alle pari opportunità della Provincia autonoma di Trento. Il progetto ha rappresentato, grazie alla partecipazione di donne appartenenti alle varie comunità religiose, un’occasione di riflessione e di dialogo sulle relazioni di genere, le pari opportunità e sui ruoli e l’immagine delle donne nello spazio pubblico e nelle diverse comunità di fede. L’esperienza condivisa di un denso workshop primaverile si è inoltre concretizzata in un “manifesto video” ideato e realizzato dalle partecipanti e che verrà presentato sabato mattina, alle ore 10.30 presso la sede l’Aula grande della Fondazione Bruno Kessler, in via S.Croce 77. A seguire, l’intervento di Sarah Hejazi, ricercatrice del Centro per le scienze religiose di FBK, che si concentrerà sull'analisi della complessa realtà musulmana, a partire dal trauma dell'11 settembre 2001 come turning point nella costruzione di una identità musulmana pubblica e mediatica determinata da molteplici fattori: la nascita della polemica sul velo; il recupero e la messa in discussione in ambito accademico delle categorie saidiane quali arretratezza/modernità; la riflessione sul concetto di scontro di civiltà, che si gioca anche sul corpo della donna.
Da sabato, inoltre, spazio al cinema, con l’inizio delle proiezioni dei film in concorso. Al Teatro San Marco, a partire dalle 15.30, Mary Mother, cortometraggio sulla guerra in Afghanistan e Liberami, documentario vincitore del premio Orizzonti alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia 2016, che racconta le vicende di un ricercato esorcista siciliano.
Atteso ospite sarà David Riondino che presenterà il suo film Il Papa in versi, che – attraverso l’estemporaneità della poesia - racconta la storica visita del papa a Cuba. Il film è in programma nel pomeriggio di sabato, alle 17.45. Riondino sarà anche tra i protagonisti della serata, quando sul palco insieme alla direttrice artistica del Festival, Katia Malatesta, e il presidente del CNCA, Vincenzo Passerini, si aprirà una riflessione sulle grandi sfide degli ultimi venti anni tra cinema, comunità e solidarietà. La serata è inserita nel quadro della Settimana dell’Accoglienza.

I FILM IN PROGRAMMA

MARY MOTHER, Sadam Wahidi, Afghanistan 2016, corto 20’ - Mary vive con le sue figlie in un villaggio remoto dell’Afghanistan; il suo unico figlio è partito per il servizio militare nella provincia di Kunduz. Dopo un grave attacco, dato che le autorità non sanno darle notizie, la donna sfida il coprifuoco talebano e inizia il suo viaggio per ritrovare suo figlio.

LIBERAMI, Federica Di Giacomo, Italia 2016, doc 89’ - Padre Cataldo è tra gli esorcisti più ricercati in Sicilia e non solo. A lui si rivolge chi cerca la cura ad un disagio che non trova altrove risposte né etichette. A tratti inquietante, a tratti esilarante, un film sul ritorno dell’esorcismo nel mondo di oggi. Il nostro mondo.

IL PAPA IN VERSI, David Riondino, Italia/Cuba 2015, doc 52’ - L’estemporaneità dell’improvvisazione poetica come chiave per descrivere in diretta la visita del Papa all’Avana. Le emozioni e i colori dell’evento, visto e raccontato ad altezza di poeta tra i fedeli in piazza della Rivoluzione. (con la partecipazione di David Riondino)

THE CHOP, Lewis Rose, Regno Unito 2016, corto 17’ - “The Chop” è una divertente commedia su Yossi, un carismatico macellaio Kosher che perde il suo lavoro, non trova impiego in altre macellerie ebraiche e decide quindi di spacciarsi per musulmano per ottenere un posto presso un macellaio Halal.

HARMONIA, Ori Sivan, Israele 2016, film 98’ - Adattamento della storia biblica di Abramo, Sara, Agar, Isacco e Ismaele, Harmonia ne traspone le vicende, metaforicamente alle radici del conflitto tra arabi ed ebrei, nel mondo dell’orchestra filarmonica di Gerusalemme.

GLI OSPITI

Paola Barretta Collabora con l'Associazione Carta di Roma, per la quale cura il rapporto annuale sulla rappresentazione del fenomeno migratorio. È ricercatrice presso l'Osservatorio di Pavia e responsabile del progetto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, nato dalla collaborazione tra l'istituto di ricerca Demos & Pi e la Fondazione Unipolis. Insegna all'Università di Pavia nel corso Opinione Pubblica e Analisi dei Media. 

Serena Piovesan Phd in Sociologia e Ricerca sociale. Svolge attività di ricerca, con particolare riferimento ai temi dell’immigrazione straniera. È specializzata nello studio etnografico delle migrazioni est-europee. È co-curatrice dell’annuale Rapporto sull’immigrazione in Trentino del Cinformi, di cui è referente per l’area studi e ricerche. Svolge inoltre attività scientifico-redazionali e di promozione e sensibilizzazione del territorio sulle questioni legate all’immigrazione, all’integrazione e alle discriminazioni per conto del Centro Studi e Ricerche Immigrazione Dossier Statistico (Roma). 

David Riondino Toscano, classe 1952, Riondino nasce artisticamente con la generazione dei cantautori degli anni Settanta: pubblica dischi, compone canzoni e nel 1975 debutta al teatro Zelig di Milano, iniziando un percorso professionale che lo porta ad esplorare quasi tutte le forme di comunicazione, dalla musica al disegno, dalla televisione al cinema. Firma la sua prima regia cinematografica nel 1997 con Cuba Libre, realizzato con la scuola di cinematografia dell’Avana.  Arriva a Trento in occasione del 20° Religion Today con il film Il Papa in versi, un documentario che lo riporta a Cuba per raccontare in diretta, attraverso l’improvvisazione poetica, la visita del Papa all’Avana. Un approccio delicato per raccontare uno dei viaggi più significativi del pontefice, i colori, i suoni, le emozioni dell’evento seguito da una folla di fedeli in piazza della Rivoluzione.

Teatro dell’Orsa Monica Morini e Bernardino Bonzani, sono autori/attori e registi della compagnia. La drammaturgia si arricchisce e prende forza spesso grazie al continuo intrecciarsi con il lavoro di ricerca musicale di Claudia Catellani, Luciano Bosi e Fabio Bonvicini. Hanno collaborato con noi anche i musicisti Davide Bizzarri, Gaetano Nenna e Giovanni Cavazzoli. Nella compagnia trova spazio lo scenografo e costruttore di macchine teatrali Franco Tanzi. La scrittrice per l’infanzia Annamaria Gozzi collabora alla drammaturgia e ai progetti di ricerca, Antonella Talamonti cura la formazione musicale e vocale degli attori. Con il regista Alessandro Scillitani sono stati realizzati diversi docufilm. Andrea Alfieri e Lucia Manghi si occupano dell’ideazione luci e collaborano alla parte tecnica. Una costola del Teatro dell’Orsa sono gli allievi del Laboratorio Teatrale Permanente che spesso prendono parte ai progetti e agli eventi speciali.

Sara Hejazi, è nata in Iran nel 1978, e ha conseguito un dottorato di ricerca in antropologia culturale ed epistemologia della complessità; accademica, scrittrice, giornalista ha scritto i saggi L’altro islamico. Leggere l’Islam in Occidente, e L’Iran s-velato. Antropologia dell’intreccio tra identità e velo, pubblicati per Aracne.. Attualmente ricercatrice presso il l’Istituto di Scienze Religiose di FBK.

(at)


Immagini