Sabato, 24 Maggio 2025 - 18:32 Comunicato 1377

Stati Uniti, Cina e Europa, Papa Leone XIV e i giovani: Prodi prova a "nuotare nell'incertezza"

Dal nuovo Papa al ruolo degli Stati Uniti, della Cina e dell'Europa, passando per i giovani che fuggono all'estero e per le nuove tecnologie. L'ex presidente della Commissione europea nonchè ex presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Romano Prodi, ha provato a fissare dei punti fermi nello scenario di grande instabilità nel mondo odierno. L'appuntamento "Nuotare nell'incertezza", in questa terza giornata della ventesima edizione del Festival dell'Economia di Trento, ha riscosso un tutto esaurito al Teatro Sociale per il dialogo tra l'economista, politico e docente universitario e Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore, Radio 24 e Radiocor, nonchè presidente del Comitato scientifico del Festival.
[ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT]

"Le personalità sono sempre tutte diverse, non potrà mai esserci una continuità assoluta". Ha aperto così il proprio intervento il professor Prodi, passando dall'approccio adottato dal nuovo Papa Leone XIV fino alle scelte repentine del presidente americano Donald Trump. Senza dimenticare la globalizzazione, il ruolo della Cina e soprattutto quello dell'Europa che, ad oggi, non ha ancora trovato l'unità necessaria per tenere il passo delle altre grandi potenze mondiali.
"Nuotare nell'incertezza? Forse prima dovremmo imparare a nuotare..." ha commentato Prodi, per poi concentrarsi sulla figura del Pontefice: "Si è trattato di una elezione particolare, con molti cardinali che nemmeno si conoscevano tra loro. Leone XIV ha parlato di pace e di conflitti, ma con una continuità caratterizzata da una forte accentrazione, tanto da portare la Chiesa ad un nuovo ruolo. Come visto, si è anche messa a disposizione come sede di trattative".
Spazio poi all'analisi della figura del presidente americano Trump e alle scelte attuate negli ultimi mesi, tra tutte quella dei dazi: "Prima Trump pensava di essere forte da solo e di poter vincere, poi si è accorto dei tanti problemi legati a questa presa di posizione e allora è passato ad una seconda fase, quella del diversificare e trattare meglio alcuni rispetto ad altri, per isolare la Cina. Ma la strategia del presidente ancora non è chiara: non ha definito bene la sua tattica fino a questo momento".
In questo contesto, la Cina sta rafforzando la propria posizione e l'Europa, ha sottolineato Prodi, dovrebbe cogliere l'occasione offerta dal calo di fiducia verso l'America: "Penso all'intelligenza artificiale. Ho chiesto agli esperti europei come mai non ci fossero progressi su questo tema: mi hanno risposto che servirebbero economie di scala e capitali grandiosi. Poi vediamo che in Cina i costi dello sviluppo sono un decimo di quelli americani. Quindi l'Europa è colpevole, perché ogni suo Paese ha il proprio piano di progresso, ma senza una visione d'insieme e di unità non potremmo mai migliorare". Su questo, Prodi ha ragionato sul futuro: "Con la divisione che c'è in questo momento, non facciamo politica. E questo è il vero problema. Pensiamo all'astensionismo: come si può spingere qualcuno a votare solo per dei compromessi? Serve ragionare in modo comune, come sulla difesa, non con ogni Paese che va per la sua direzione. Penso però che non possa esserci Europa senza Francia e Germania, anche se l'Italia, come in passato, continuerà a ricoprire un ruolo importante".
Uno sguardo poi all'economia locale e alla fuga di cervelli dall'Italia: "I ragazzi se ne vanno perché i salari sono bassi, ma non è solo questo il tema. Penso alla questione della 'identità di Paese': i giovani vanno dove pensano che ci sia futuro. Noi dobbiamo quindi restituire il senso del futuro a coloro che oggi lo cercano in altri Paesi. Ecco perché è fondamentale inserirsi nuovamente in una politica mondiale".



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