
“Credo che l’economia sia il motore di tante cose che succedono nel nostro mondo, anche in ambito culturale, come dimostrano le opere artistiche realizzate nella storia per volontà e con il supporto di grandi mecenati. Ma anche l’arte può diventare motore dell’economia”. Così Stefano Accorsi introduce il proprio intervento al Festival dell’Economia di Trento.
Il titolo dell’appuntamento condensa le tante e diversificate tappe che l’attore sta percorrendo, legate sempre in qualche modo al tema del cambiamento, elemento cardine di questa edizione del Festival.
Con “Planetaria”, l’evento di Firenze che unisce arte e scienza, intende promuovere in maniera innovativa il tema della sostenibilità, uscendo dalla narrazione catastrofica – che spesso fa sentire le persone inermi e le allontana dalla messa in pratica di azioni concrete – per abbracciare un approccio orientato alle emozioni e alla possibilità di stimolare l’immaginazione su come potrà essere il futuro, senza sfociare nella eco-ansia.
Ma Accorsi in questi ultimi anni ha saputo raccontare brillantemente anche l’Orlando Furioso, che ha portato in moltissimi teatri in Italia, e oggi si appresta a vestire i panni di Ulisse.
“L’Odissea – spiega – è un testo incredibile e Ulisse è un personaggio che ha continuato a ispirare l’immaginazione dell’uomo attraverso i secoli e i millenni, a riprova della potenza che può avere la narrazione. Quello che più mi ha affascinato – ha proseguito – sono gli anfratti della sua storia e quello che lo rende profondamente umano. A mio parere gli eroi senza macchia e senza paura non sono interessanti”.
E sul suo futuro, spiega che si augura di poter fare il suo mestiere ancora per molto tempo. Un mestiere, quello di raccontare storie, che lo appassiona e che contribuisce a dare senso alla sua vita. E, come ha aggiunto la giornalista, che emoziona e innesca a sua volta immaginazione nel pubblico.