«È un orgoglio oggi condividere questo importante traguardo per la sanità trentina – ha sottolineato l’assessore alla salute Stefania Segnana – insieme ai medici, ai pazienti e a tutto lo staff dell’Ematologia al quale va il nostro grazie sincero per la determinazione con cui hanno perseguito questo risultato da tanti anni atteso. Garantire la possibilità di sottoporsi a trapianto di midollo autologo presso il nostro ospedale di Trento a pazienti trentini, affetti da patologie oncoematologiche, rappresenta la miglior risposta a quanti affrontano il difficile cammino della malattia e della cura. Per la presa in carico dei malati oncologici, in particolare, e dei loro familiari è fondamentale esser riusciti a mettere a regime un trattamento simile che conferma l’efficienza e la passione dei professionisti sanitari che quotidianamente lavorano in Trentino. Innovare in campo sanitario è la strada giusta per dare risposte di prossimità ai malati e tutto questo è fattibile grazie all’impegno di tutti i nostri sanitari. A tutti loro, ai pazienti e ai loro famigliari, alle diverse associazioni di volontariato che supportano e affiancano i malati nei loro percorsi di cura giunga la riconoscenza mia personale e di tutta la comunità trentina».
Nel corso della conferenza stampa il direttore generale di Apss Antonio Ferro ha affermato: «È motivo per me di grande soddisfazione annunciare che Apss, attraverso la Struttura dipartimentale di ematologia del Servizio ospedaliero provinciale, ha trattato i primi cinque pazienti affetti da patologie ematologiche utilizzando la procedura di auto-trapianto di cellule staminali emopoietiche. Quello che presentiamo oggi è una nuovo percorso di cura che offre la possibilità per i pazienti trentini di essere assistiti vicino a casa evitando spostamenti fuori provincia che a regime prevede la presa in carico di una quarantina di pazienti all’anno. Una nuova possibilità di cura a cui si è arrivati dopo un lungo percorso di accreditamento della nostra struttura di ematologia da parte di organismi nazionali e internazionali e per questo voglio ringraziare tutto il personale che si è speso per far sì che questo importante risultato diventasse realtà». Ferro ha poi voluto esprimere il suo grazie all’associazione Ail per il supporto dato nel corso degli anni che «ha permesso all’ematologia di contare su finanziamenti volti all’acquisizione di risorse strumentali e a formare i professionisti permettendo al contempo un miglioramento e ampliamento del servizio offerto».
Susanna Cozzio, direttrice del Dipartimento medico, nel suo intervento ha messo in luce il ruolo dell’Ematologia all’interno del Dipartimento di medicina, una struttura con undici posti letto in cui oggi lavorano otto ematologi e figure infermieristiche con competenze specifiche. «Una struttura – ha affermato Cozzio – che si intregrerà nella rete oncologica in via di definizione in modo da garantire una cura dei pazienti oncologici e oncoematologici di prossimità che abbia quindi una regia nella struttura dipartimentale ma con la possibilità per i pazienti di essere curati nell’ospedale vicino al proprio domicilio».
L’auto-trapianto di midollo ossia il trapianto di cellule staminali emopoietiche è un trattamento consolidato, attuato da molti anni, nei reparti di ematologia, come terapia indicata nei pazienti giovani affetti da mieloma multiplo e come terapia di salvataggio nei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin o linfomi non Hodgkin. Il trapianto autologo è il momento finale di un percorso che dura alcuni mesi e che prevede vari cicli di chemio-immunoterapia, con l’obiettivo di ridurre al massimo la quantità di malattia. Con uno di questi cicli di terapia si vanno anche a raccogliere le cellule staminali dello stesso paziente che vengono congelate con un’apposita sostanza criopreservante fino al momento in cui sarà prevista la reinfusione. Le cellule così congelate e conservate possono sopravvivere diversi anni.
Il percorso si conclude con la procedura di auto-trapianto che consiste nella somministrazione di una chemioterapia ad alto dosaggio seguita dalla reinfusione delle proprie cellule staminali emopoietiche precedentemente raccolte. Queste consentono di ripopolare il midollo osseo riducendo quel periodo più delicato per il paziente, di abbassamento del valore dei globuli bianchi, delle piastrine e dei globuli rossi, e pertanto i potenziali rischi di infezione ed emorragia connesse con la procedura.
Anna Guella, responsabile della Struttura semplice dipartimentale di ematologia del Servizio ospedaliero provinciale, ha raccontato il percorso che ha portato all’accreditamento: «L’Ematologia dell’ospedale Santa Chiara, da molti anni, gestiva una parte del percorso dei pazienti trentini candidati al trapianto autologo di cellule staminali (Cse), in collaborazione con il Reparto di ematologia e trapianto di midollo dell’ospedale di Bolzano. Il percorso di accreditamento, secondo gli standard internazionali Jacie, del Centro nazionale trapianti (Cnt) e Centro nazionale sangue (Cns), è iniziato a giugno 2018 nell’ottica di una gestione in autonomia dell’attività e ad aprile 2022 le Province autonome di Bolzano e Trento hanno deliberato l'attivazione di un Programma trapianto metropolitano BZ-TN (Ptm) a cui è seguita, nel settembre 2022, la visita ispettiva del Cnt/Cns che ha dato parere favorevole all'avvio dell'attività di auto-trapianto in Trentino. Lo scorso 1° giugno è stato effettuato il primo auto-trapianto di midollo in Trentino in una paziente, affetta da mieloma multiplo. Ad oggi sono stati eseguiti cinque auto-trapianti: tre pazienti sono in completo recupero e sono stati dimessi, due sono in osservazione post-trapianto e sono tutt’ora ricoverati. Prevediamo di trattare altri 20 pazienti entro la fine del 2023».
«Si tratta di un grande traguardo – ha infine evidenziato Anna Guella – che ci riempie di soddisfazione e orgoglio, frutto di un lavoro di squadra, da parte di medici e infermieri, fatto sempre con intensità e convinzione, nonostante le grandi difficoltà avute in un percorso organizzativo non scontato e accidentato. Se da un lato l’avvio di questa attività offre ai pazienti trentini con tumore del sangue un vantaggio per evitare viaggi e spostamenti oltre a garantire dei tempi di attesa più brevi, dall’altro fa anche in modo di alzare l’asticella della qualità del servizio offerto nella direzione di un continuo miglioramento. Un particolare ringraziamento alla sezione trentina dell’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mielomi/Ail Trento, per aver sempre sostenuto lo sviluppo organizzativo dell'attività ematologica nella convinzione dell’importanza crescente per la popolazione trentina».
«Ail Trento da sempre opera sul territorio per migliorare i servizi sanitari a favore dei propri malati – ha affermato Roberto Valcanover, presidente di Ail del Trentino – e ha creduto fortemente nell’attivazione a Trento del trapianto autologo. Nel corso degli anni, con la costante presenza ai tavoli istituzionali, Ail Trento ha cercato di dare voce ai pazienti e, collaborando con l’Ematologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, ha finanziato importanti progetti di ricerca scientifica, borse di studio per medici ematologi e psicologi, nella convinzione dell’importanza di affiancare nuove risorse umane al personale già presente in reparto, proprio per garantire un più alto livello qualitativo di cure offerte. Proprio nell’ottica di elevare l’offerta sanitaria provinciale, sono state inoltre acquistate attrezzature mediche e supporti tecnici per il reparto, alcuni funzionali a supportare l’attivazione della nuova attività di trapianto autologo. Infine Ail Trento dal mese di aprile mette a disposizione gratuitamente dei pazienti e famigliari che abitano distanti dal capoluogo trentino il secondo appartamento della propria casa accoglienza “Paolo Mattedi”, durante le cure all'ospedale».
L'intervista all'assessore Stefania Segnana
L'intervista al direttore generale di APSS Antonio Ferro
L'intervista alla responsabile della Struttura dipartimentale di ematologia del servizio ospedaliero provinciale Anna Guella
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