La sospensione delle attività didattiche in presenza, in tempi di emergenza sanitaria da Covid-19, ha determinato l’urgenza di ripensare le abilità di tutti gli operatori scolastici. I docenti hanno dovuto adattarsi molto rapidamente a un nuovo modello di insegnamento e apprendimento a distanza, mettendo in campo nuove competenze tecnico-strumentali, abilità metodologico-didattiche e di valutazione e capacità di inclusione per non indebolire le relazioni con gli allievi e per ridurre al minimo la dispersione scolastica. “Abbiamo assistito – ha affermato Andrea Gavosto – a due fasi: la prima durante il primo lockdown gli insegnanti hanno dimostrato una grande generosità: l’80% degli insegnanti prima della pandemia non aveva esperienze e competenze digitali e in pochi giorni, a volte in poche ore, hanno fatto il salto complicato rispetto all’uso delle tecnologie pur di mantenere la elazione con i loro studenti.
Nella seconda fase è scattato un meccanismo di esistenza, abbiamo capito che tecnologie non sempre e non ovunque hanno funzionato. Quello che occorre fare ora è analizzare questa esperienza, con uno sguardo sia al breve termine (eventuali altre chiusure) sia e soprattutto al futuro per capire quali elementi possono rendere più efficace la didattica anche oltre la pandemia”.
Da tre indagini condotte su scala nazionale e locale – presentate da Simone Virdia ricercatore Iprase - che hanno coinvolto più di 14mila insegnanti di tutta Italia, di cui più di 700 della provincia di Trento, emerge come il sistema scolastico sia riuscito a garantire la continuità educativa attraverso attività di didattica a distanza, grazie ad un elevato investimento nella rimodulazione dell’organizzazione didattica e a un grande impiego di strumenti digitali spesso mai utilizzati prima.
In questo scenario si è assistito, inoltre, ad una forte spinta degli insegnanti a partecipare a corsi di sviluppo professionale, soprattutto in ambito tecnologico. Per quanto riguarda il Trentino la formazione è avvenuta grazie a un’intensa attività interna alle scuole svolta dagli “animatori digitali” e alle iniziative proposte da Iprase e da altri enti. Dagli studi emergono tuttavia anche delle criticità legate: all’assenza di luoghi di confronto con i colleghi, alla limitata disponibilità di risorse strumentali per gli studenti e per gli insegnanti e alla difficoltà nel proporre attività collettive. Un dato critico inoltre è la percentuale di studenti non raggiunti, o raggiunti solo in parte, dalla didattica online a causa del contesto socio-familiare, dalla mancanza di dispostivi e in alcuni casi della difficoltà dei genitori a dare supporto. Nel complesso si registra un atteggiamento positivo di fronte alla sfida posta da quest’esperienza: oltre il 60% degli insegnanti ha espresso la possibilità di continuare a proporre alcune attività in modalità a distanza integrate con quelle in presenza anche a emergenza conclusa.
Quasi la totalità dei docenti afferma che potrebbe risultare utile disporre di una più ampia serie di tecnologie adatte alla didattica digitale integrata. L’approccio tecnologico alla didattica è oramai alla base del sapere professionale dei docenti e dovrebbe riguardare non solo le competenze tecniche di utilizzo di tali mezzi, ma anche le capacità espressive e creative sviluppabili con le tecnologie.
“Le tecnologie non sono da considerarsi sostitutive, ma sono sicuramente abilitanti e compensative in contesti specifici”, afferma Gianluca Schiavo, ricercatore FBK coinvolto in progetti di sviluppo tecnologico per la didattica. “La percezione della lezione cambia quando è mediata da una videoconferenza, poiché manca l’aspetto ambientale della classe e l’aspetto sociale dei compagni.” Per questo è essenziale fare squadra e lavorare in gruppo, non solo tra i docenti, insegnanti di sostegno e educatori, ma anche con gli studenti e le famiglie. “Risulta importante inoltre offrire a tutti gli stessi strumenti, mantenendo coerenza di utilizzo e modalità di condivisione tra le comunità scolastiche”. Durante il webinar, anche attraverso casi e progetti concreti, sono emersi inoltre alcuni aspetti che si sono rivelati vincenti durante il lockdown: il tutoraggio individuale a distanza, l’utilizzo di materiali multimediali e di modalità di didattica “alternative” che hanno favorito l’accessibilità ai contenuti, la flessibilità nell’attività didattica che ha permesso di realizzare lo sviluppo negli studenti di una maggiore autonomia, responsabilità e creatività, il ruolo positivo e determinante della comunità educante ed il coinvolgimento dei pari nei processi di apprendimento di figure di supporto come genitori o fratelli/sorelle.
Tutti i dettagli e il programma completo sui siti www.educaonline.it e www.educaimmagine.it.
I promotori
Il festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, l’Università degli studi di Trento e il Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e Iprase e il sostegno di Federazione trentina della Cooperazione e delle Casse Rurali Trentine. La rassegna Educa Immagine organizzata dal consorzio Consolida con i partner del festival, vanta la direzione artistica di Trentino Film Commission e il sostengo del piano Cinema per la scuola del MIUR e MiBACT e il contributo di Cassa Rurale di Rovereto.