Riguardo alla guerra in atto in seno all’Europa, Walesa - che sulla camicia, accanto alla parola “Konstytucja” (Costituzione), al simbolo di Solidarność e ad un’icona della Madonna di Czestochowa, porta una spilla con i colori della bandiera dell’Ucraina - ritiene che se il suo Paese non si fosse “rifugiato nella Nato e nell’Europa, oggi la guerra sarebbe in corso anche in Polonia".
“L’Ucraina affronta la guerra in qualche modo al posto nostro e quindi la sosteniamo al massimo”, ha detto. A proposito della Russia, secondo il premio Nobel per la pace, “dobbiamo aiutarla, perché possa costituire un diverso sistema politico, non con i carri armati, con i missili, ma con la persuasione”.
Altro tema affrontato dal premio Nobel, per tornare al concetto di Europa unita e in pace, è lavorare per abolire le vecchie divisioni, i blocchi, le contrapposizioni. “Bisogna che qualcuno prenda sinceramente in mano la situazione, trovi i punti essenziali di interesse fra le Nazioni e discuterli, fino a raggiungere un accordo comune”. Anche perché, ha fatto presente, la tecnologia di cui tutti dispongono non rispetta affatto i confini. E l’unico modo per superare le frontiere è il dialogo e trovare valori comuni che ci aiutino nella costruzione del futuro. Walesa, poi, ha invitato a riflettere su come considerare l'economia moderna, come scegliere fra modelli di pensiero diversi. Infine un pensiero è andato ai giovani, che Walesa ha incoraggiato ad avere una visione globale delle cose e quindi fare delle scelte di valore.