
“L’organizzazione messa in campo in Trentino per contrastare il fenomeno – ha detto il Procuratore della Repubblica Sandro Raimondi – è unica in Italia. Questi corsi di formazione – ha aggiunto – sono come dei semi che servono a far germogliare una cultura delle pari opportunità che metta sullo stesso piano uomini e donne, nell’ambito del lavoro come in quello della famiglia”.
“Intervenire quando accadono fatti di violenza di genere è sempre molto complesso – ha detto il colonnello Matteo Ederle, comandante provinciale dei carabinieri – e dunque questa formazione è estremamente importante per noi. Pensate che nel 2022 – ha sottolineato il colonnello Ederle – su 300 arresti fatti dai carabinieri in Trentino, 29 hanno riguardato violenze in ambito familiare”.
Paola Borz, direttrice generale di Tsm, ha evidenziato l’importanza di fare rete, ribadendo l’impegno di Trentino School of Management, con il coordinamento dell'UMSE pari opportunità, prevenzione della violenza e della criminalità della Provincia autonoma di Trento, per contrastare, attraverso la formazione, il fenomeno della violenza di genere, ricordando come il laboratorio formativo su questa tematica, partito già lo scorso anno con 10 edizioni svolte sul territorio, ha visto la partecipazione di 245 persone.
Luciano Malfer, dirigente generale di Agenzia per la coesione sociale, ha invece rimarcato la valenza interistituzionale della rete creata in Trentino che consente di mettere in campo un impegno molto qualificato sul territorio.
A testimonianza di quanto sia ampia e profonda la rete provinciale antiviolenza sono intervenuti anche il nuovo commissario del Governo, alla sua prima uscita pubblica, Filippo Santarelli, il vicario del questore, Luigi Di Ruscio, il presidente del consorzio dei comuni, Paride Gianmoena e la direttrice amministrativa dell’Azienda Sanitaria, Sara Girardi. Da tutti è stata ribadita la volontà di collaborare al fine di contrastare la violenza di genere.
L'intervista all'assessore Stefania Segnana
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