La Cultura dei vasi a bocca quadrata, che prende il nome da un particolare tipo di recipiente in ceramica diffuso nell’Italia centro-settentrionale nel corso del V millennio a.C., è un fenomeno culturale che ha contraddistinto una delle fasi più rivoluzionarie della storia dell’uomo, il Neolitico. È in questa fase della preistoria che si compie una trasformazione economica e sociale di grande importanza con il passaggio fondamentale da un’economia di sussistenza ad un’economia produttiva.
In tale contesto la Cultura dei vasi a bocca quadrata segna una tappa importante che ancora oggi coinvolge e affascina studiosi e ricercatori, come dimostrano i contributi che compongono il volume. Estesa su buona parte del territorio dell'Italia settentrionale, fin dal suo esordio manifesta stretti legami culturali con l'area balcanica. I suoi significativi influssi superano la catena delle Alpi e sono attestati nell'ambito delle coeve culture di Svizzera, Francia, Austria e Croazia.
Il volume traccia un aggiornato quadro culturale e cronologico di questa importante fase della preistoria attraverso le ricerche e l'analisi dei dati più recenti. Gli studi gettano nuova luce per approfondire le conoscenze sui rapporti che questa cultura ha instaurato con le coeve culture dell'area nordalpina e del Mediterraneo. Estremamente ampio lo spettro dei temi affrontati, tra i quali abitati e strutture, aspetti economici e antropologici, scambio e circolazione di materie prime, riti funerari, produzioni artigianali e processi tecnologici, ideologia e ipotesi sull'organizzazione sociale.
Per quanto riguarda il territorio trentino, particolarmente interessante è lo studio interdisciplinare dedicato al sito de La Vela di Trento, indagato a partire dal 1960, nell'ambito del quale sono state effettuate importanti scoperte negli anni Settanta del Novecento dal Museo Tridentino di Scienze Naturali sotto la direzione di Bernardino Bagolini e dal 1987 dall'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza. Queste ultime ricerche hanno consentito di ampliare le conoscenze sul paesaggio antico, la cultura materiale, la tecnologia di produzione, le attività economiche e gli aspetti del rituale della comunità neolitica che abitava lungo la grande via di comunicazione rappresentata dalla Valle dell'Adige. La posizione strategica del sito e i materiali rinvenuti, materie prime e manufatti esotici come perle in conchiglia marina di Spondylus e ossidiana di Lipari, suggeriscono, già in tempi tanto remoti, un'ampia rete di contatti culturali e di circolazione di prodotti su lunga distanza che coinvolgeva sia i territori a nord delle Alpi sia quelli dell'area padana e peninsulare. A questi aspetti è legato un tema di grande attualità al giorno d’oggi: quello della mobilità umana che, come rivelano gli studi e le ricerche, contraddistingue il territorio trentino fin da tempi molto antichi.
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