Ecco alcuni dei consigli da seguire diffusi attraverso la campagna informativa: banche, Poste Italiane e Polizia Postale non ci contatteranno mai per chiederci informazioni riservate; bisogna quindi diffidare di chi chiede i nostri codici personali: possono essere truffatori, anche se appaiono numerazioni o indirizzi ufficiali; dobbiamo proteggere la privacy dei nostri account, usando profili privati e attivando l’autenticazione a due fattori; non vanno fornite informazioni personali, sono preziose e possono essere utilizzate dai truffatori. E ancora: è meglio diffidare delle proposte di investimenti online che prevedono immediati e incredibili guadagni: bisogna sempre verificare che chi ci propone un investimento sia autorizzato a farlo; si deve infine diffidare anche delle pubblicità di trading online che utilizzano loghi di istituzioni, aziende o immagini di personaggi famosi: possono servire a rendere credibile il raggiro.
I dati in possesso della Polizia confermano una crescente diffusione delle cosiddette condotte predatorie, truffe informatiche realizzate attraverso estese e ricorrenti campagne di “phishing” consumate in danno di persone fisiche, PMI e grandi società.
Con l’inganno, in una comunicazione digitale, si convince qualcuno a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, spacciandosi per un soggetto o ente affidabile.
Queste attività vengono realizzate dunque tramite messaggi di varia tipologia che all’apparenza provengono da pubbliche amministrazioni, forze di polizia, istituti di credito ed altri enti. In realtà, a inviarle sono spesso vere e proprie organizzazioni criminali, anche internazionali. Lo fanno per utilizzare i dati personali e sensibili che gli vengono comunicati al fine di estorcere denaro o per derubare le vittime.
Queste attività, che grazie alla tecnologia possono essere realizzate su larga scala e in serie, assicurano ingenti guadagni e sono dunque di crescente interesse per la criminalità. Sono infatti sempre più numerose e diverse le tipologie di attacchi informatici in grado di compromettere anche la sicurezza delle transazioni commerciali a danno di aziende, clienti e fornitori.
La Polizia Postale consiglia inoltre di: utilizzare i firewall (che permettono di vigilare sullo scambio di dati), utilizzare un antivirus e aggiornarlo regolarmente, non eseguire programmi e non aprire gli allegati ai messaggi di posta elettronica se non dopo averli esaminati con un antivirus, effettuare copie di backup, non fornire nelle chat i propri dati personali, scegliere una password sicura e non comunicarla a nessuno, utilizzare, per le comunicazioni riservate, software di cifratura.