Venerdì, 11 Ottobre 2024 - 13:21 Comunicato 2763

Sport e inclusione. Il nuovo mondo delle Federazioni

Lo sport non è solo fatica e performance, ma anche socialità, inclusione e cultura. Questa la filosofia promossa dalla società Sport e Salute, giovane come i ragazzi che la animano, tra cui Romis Odo Promise, appassionata di sport e di danza sportiva. Un’esperienza di vita portata oggi a Palazzo Geremia dall’A.D Diego Neri Molineris, che, in dialogo con il nuotatore plurimedagliato Massimiliano Rosolino e Pier Bergonzi, giornalista della Gazzetta dello sport, hanno parlato del nuovo mondo rappresentato dalle Federazioni sportive, nell'ambito del Festival dello Sport.
[ Martina Massetti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Lo sport non è solo l’emozione di una medaglia e il sudore versato per conquistarla, ma è anche socialità e inclusione, ma soprattutto una “medicina a costo zero”, che fa bene al corpo e all’anima. In poche parole, è vita. Lo sa bene Diego Neri Molineris, a.d di Sport e salute, società pubblica nata per diffondere una nuova concezione di sport come progetto di sostenibilità, inclusione e risorsa per l’economia. Una missione che la società, attraverso la passione di tanti ragazzi, persegue attraverso molti progetti, tra cui un centro di comunità che fonde sport, musica e socialità. Una visione sostenuta da Massimiliano Rosolino, entrato nell’Olimpo del nuoto come campione alle Olimpiadi di Sydney del 2000 e ai mondiali di di Fukuoka del 2001,  ma anche sportivo poliedrico curioso, fuori dalla vasca, di cimentarsi sempre in nuove discipline. “A 10 anni sognavo di vincere le Olimpiadi, poi ho coronato questo sogno”, ha raccontato Rosolino. “Fino a qualche anno fa il campione olimpico era identificato come qualcuno disposto a fare rinunce e scelte severe per vincere, io lo immagino come qualcuno che si mette in movimento”, ha poi detto Rosolino, che ha rilanciato il valore dello sport come grande lezione di vita per imparare a mettersi in gioco e conoscere i propri limiti, indipendentemente dall’obiettivo di vincere. “Ci sono favole a lieto fine, per me la favola non è quella in cui ho vinto. Quando guardo i grandi atleti che vincono, sembra che si siano tolti un peso”, ha chiosato.
“Fare più sport porta innumerevoli benefici in termini di salute ed economici”, ha affermato Diego Molineris, che ha sottolineato però l’importanza, per raggiungere tale obiettivo, di più infrastrutture all’avanguardia, a cominciare dalle palestre nelle scuole. Un traguardo ancora lontano in un'Italia divisa in tre, con ampie aree al Sud, ma anche al Nord, ancora arretrate. “C’è un fondo che si chiama sport e periferie che finanzia infrastrutture sul territorio. Quando viene finanziato un progetto, passano nove anni, un periodo in cui cambiano diverse generazioni e cambia anche la domanda. Gli impianti sono quindi già vecchi”, ha detto Neri, che ha esortato a costruire gli impianti non solo in occasione dei grandi eventi come le olimpiadi, per rendere lo sport più inclusivo e accessibile. Importante anche trovare una coerenza tra le diverse nuove declinazioni dello sport, come l’Urban sport, tendenza nata dopo la pandemia che ha portato a riscoprire lo sport come grande palestra a cielo aperto. Necessario poi contrastare il fenomeno del drop out, l’abbandono precoce dell’attività sportiva, che colpisce il 75% dei bambini di 12 anni. A sorpresa sul palco è salito Clemente Russo, vice campione olimpico di pugilato, che ha condiviso l’esempio virtuoso di Caivano, da territorio arretrato a fucina di nuovi campioni grazie a infrastrutture all’avanguardia.

Il Festival dello Sport è organizzato dalla Gazzetta dello sport e da Trentino Marketing, con la Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Università di Trento, Trentino Sviluppo e Apt di Trento, con il patrocinio del CONI e del Comitato Italiano Paralimpico. 

(ee)


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