“Ogni volta che passo da Trento - ha ammesso il campione sloveno - penso alla fatica che ho fatto salendo verso la vetta del monte Bondone. Una giornata difficile, molto difficile, ma per me è stata comunque una vittoria. Non avevo le gambe ma sono arrivato terzo. A volte una vittoria non corrisponde alla prima posizione e in quel giorno è stato così. Sono riuscito a limitare i danni e avevo ancora la possibilità di ribaltare la corsa a mio favore e quella sera ero contento. Il giorno seguente ero ancora più carico. Ero contento di essere arrivato a quel punto, di avere la possibilità di giocarmi la vittoria. Ero felicissimo di poter spendere tutte le mie energie per provare a vincere e lungo la strada il supporto delle persone è stato pazzesco. Quello mi ha aiutato a rimanere calmo e a superare anche il problema meccanico”.
Una vittoria che lo ha ripagato di una sconfitta in extremis arrivata al Tour de France del 2020 causata dal suo connazionale Tadej Pogačar. Niente male per un ragazzo arrivato al ciclismo a 22 anni dopo che in gioventù era stato campione del mondo juniores nel salto con gli sci, prima di cambiare radicalmente sport. Il corridore sloveno ha chiarito che una caduta a Planica è stata un fattore decisivo, in quanto si è reso conto di non essere il campione che sperava di diventare. Così ha provato il ciclismo e gli ha dato delle ottime sensazioni, tanto da vendere la propria moto per comprare una bicicletta con la quale ha iniziato la sua scalata verso le salite più dure del Tour e del Giro. Davide Cassani lo ha definito un corridore quasi imbattibile in quanto corre poco e si concentra sugli obiettivi pianificati. Uno di questi potrebbe essere il prossimo Giro d’Italia, presentato appena ieri. Roglič ha definito il tracciato della corsa molto emozionante, con due lunghe tappe a cronometro dove bisognerà essere molto attenti e una terza settimana non durissima ma che potrebbe essere decisiva. Il campione sloveno è nel pieno di una carriera veloce, Cassani ha rivelato che potrebbe vincere per quasi altri 10 anni, ma che potrebbe anche concludersi in maniera repentina: “Mi piace il mondo del ciclismo, mi diverto e non penso ad altro. Quando mi accorgerò che non avrò le stesse motivazioni e avrò voglia di cambiare lo farò e lacerò spazio a chi è più giovane”.
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