Mercoledì, 20 Febbraio 2013 - 02:00 Comunicato 438

Presentato lo studio e la campagna di sensibilizzazione. Il 2 marzo al Polo Tecnologico di Rovereto si terrà un convegno
PREVENIRE LE MORTI IN CULLA E FETALI

Presentato oggi il progetto "Sorveglianza epidemiologica della morte inaspettata del feto e della morte improvvisa del lattante (SIDS)", coordinato dalla Provincia autonoma di Trento con l'Azienda provinciale per i Servizi sanitari e il Centro di ricerca Lino Rossi dell'Università di Milano. Fra i presenti, accanto ai medici dell'Azienda sanitaria trentina e alla dirigente del Dipartimento lavoro e welfare Livia Ferrario, vi era anche il professor Luigi Matturri, presidente del Centro Lino Rossi, che ha spiegato come fra i fattori di rischio vi siano quelli ambientali tra cui, in particolare, il fumo di sigaretta, e che alcune delle malattie dell'adulto e dell'anziano abbiano inizio proprio nel periodo prenatale.-

Morte inaspettata fetale e morte improvvisa del lattante
La mortalità infantile rappresenta l'indice più accurato di valutazione della qualità della salute; in particolare il tasso di mortalità perinatale costituisce l'indicatore fondamentale dell'efficacia dell'assistenza materno-infantile. Secondo l'OMS la morte fetale nelle ultime settimane di gestazione (o durante il parto), nelle nazioni più sviluppate, ha l'incidenza di un caso ogni 120-150 gravidanze; Il 50-75% di tali morti risulta inspiegabile a causa principalmente della mancanza di un protocollo standard di indagine post-mortem, specie neuropatologico. e di una banca dati anatomo-clinica. L'incidenza della morte fetale inaspettata e inspiegabile (SIUDS) è circa 10 volte superiore a quella della SIDS ("morte in culla"), che colpisce un lattante apparentemente sano ogni 750-1000 nati e si pone come la più frequente causa naturale di decesso nel primo anno di vita.
Recenti risultati della ricerca svolta nel Centro "Lino Rossi" hanno contribuito a identificare la natura e la localizzazione delle lesioni responsabili di tali patologie. si tratta infatti di anomalie congenite di centri del tronco cerebrale, sede della regolazione reflessogena delle attività vitali (specie cardio-respiratorie) e/o del sistema di conduzione cardiaco.
Nel 2008 il Ministero della Salute ha riconosciuto il Centro "Lino Rossi" quale Centro di riferimento nazionale per l'applicazione della Legge 31/2006 "Disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e di morte inaspettata del feto". La legge rappresenta una pietra miliare di politica sanitaria, è infatti una novità rivoluzionaria che detta i provvedimenti fondamentali per ridurre sensibilmente queste morti bianche. Prevede campagne di sensibilizzazione e di informazione, programmi di formazione continua, promozione della ricerca anatomo-clinica, genetica ed epidemiologica e progetti di sostegno psicologico ai familiari delle vittime. In base alla Legge 31 tutte le Regioni devono individuare i Centri con funzione di centri di riferimento per il riscontro diagnostico dei lattanti deceduti improvvisamente, senza causa apparente, entro un anno di vita e dei feti deceduti senza causa apparente dopo la 25a settimana di gestazione.
Dal luglio 2012 è attiva la convenzione tra la Provincia autonoma di Trento e il Centro di Ricerca "Lino Rossi" per l'attuazione di questa legge. La Provincia, prima in Italia, ha attivato un programma di ricerca, definito da un protocollo operativo che coinvolge il Dipartimento materno-infantile, l'Anatomia patologica, il Servizio epidemiologia clinica e valutativa, il 118 e, ovviamente, il Centro Lino Rossi.
Il programma prevede:
uno studio anatomo-clinico;
uno studio epidemiologico per creare una banca dati provinciale che potrebbe essere un punto di riferimento anche a livello nazionale;
uno studio sui fattori di rischio con schede anamnestiche e questionari appositi rivolti a genitori e familiari;
una campagna di sensibilizzazione rivolta sia alla popolazione generale che agli operatori sanitari con i comportamenti preventivi da adottare diffusa attraverso pieghevoli.
Questi i dati del fenomeno in provincia di Trento:
nati morti (per tutte le cause) negli ultimi 6 anni (2006-2011): 82 in tutto, pari a circa 14 casi/anno. Il dato si riferisce ai nati morti (feto morto dopo almeno 180 giorni di gestazione) per tutte le cause, ovvero sia quelli nei quali siano evidenti patologie/malformazioni, che quelli per i quali non vi siano cause apparenti;
decessi nel primo anno di vita (per tutte le cause) negli ultimi 6 anni (2006-2011): 78 in tutto, pari a circa 13 casi/anno. Il dato si riferisce ai neonati morti entro il primo anno di vita, per tutte le cause (patologie/malformazioni/ traumi) e quelli morti senza cause apparenti;
casi di morte improvvisa del lattante (SIDS) accertati nell'arco temporale 1998-2006: 4 casi in totale. I dati si riferiscono ad una parte dei decessi nel primo anno di vita: quelli che, non presentando cause apparenti, sono stati sottoposti ad autopsia, quindi il dato è sottostimato. Il dato più realistico è di circa 1-2 casi /anno di SIDS nella nostra provincia.

Convegno "La morte improvvisa: una sfida alla medicina moderna. Lo stato dell'arte in Trentino"
sabato 2 marzo, Sala Piave presso il Polo Tecnologico di Rovereto in via Zeni
La morte improvvisa è un evento inatteso e drammatico che frequentemente riconosce una causa cardiaca. Nel mondo occidentale rappresenta la prima causa di morte per cause cardiovascolari con un enorme danno in termini umani e sociali. Oltre 60.000 Italiani ne sono colpiti ogni anno e la sopravvivenza attualmente non supera il 2%.
Per contrastare le gravi conseguenze di questi eventi esistono due strategie principali: da un lato riconoscere precocemente e curare i soggetti ad alto rischio e dall'altra soccorrere tempestivamente i soggetti colpiti da arresto cardiaco per evitare l'exitus o i danni anossici-ischemici. Per essere efficaci nella lotta alla morte improvvisa si rende quindi necessario non solo coinvolgere molte figure professionali dell'ambito sanitario ma è necessario sviluppare in Italia, a tutti i livelli, la cultura dell'emergenza, un "saper fare" che coinvolge quanto più possibile l'intera popolazione, attraverso l'insegnamento delle manovre di primo soccorso.
Il convegno si pone l'obiettivo di inquadrare per la prima volta a 360' il problema della morte improvvisa nella realtà trentina ed identificare i principali aspetti di prevenzione, coinvolgendo cardiologi, medici dell'emergenza, pediatri, medici dello sport ed anatomopatologi. Si rivolte a dirigenti medici e personale infermieristico, cardiologi, medici dello sport, medici di medicina generale, pediatri, associazioni di volontariato per il soccorso e il trasporto di infermi.

In allegato materiali di approfondimento -