
“Nessuna parola riesce ad interpretare e contenere il dramma che stiamo vivendo” ha osservato l’arcivescovo, facendosi interprete del sentimento della comunità locale. “Il ghiaccio ha spezzato la vita di uomini e donne che non si conoscevano, dalla biografia differente, appartenenti a comunità diverse, ma ora unico e identico è il dolore di chi li piange” ha aggiunto don Lauro.
Quindi, un pensiero a tutte le persone che si sono impegnate su diversi fronti, dalle ricerche all’assistenza psicologica per i familiari di chi ha perso una persona cara: “Per aprire un piccolo varco in quest’ora di fatica e di tenebra, vorrei farvi notare come la parabola evangelica del samaritano, in questi giorni, si è materializzata sotto i nostri occhi nelle tante persone che senza tregua si stanno prodigando nei soccorsi. Con il loro farsi vicino, generoso, attento e delicato, rischiando in prima persona, ci stanno offrendo una straordinaria lezione di generosità”
Infine, l’immagine della Marmolada sfregiata dalla valanga. Un’immagine che “chiama l’intera umanità a intraprendere un serio cammino di riconciliazione con il creato per tornare a custodirlo e a proteggerlo”.
Alla fine della celebrazione, il grazie del sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, in prima linea sull’emergenza sin dalle prime ore: “Abbiamo vissuto momenti di unità di forze e di intenti che rimarrà indelebile per tutti noi”. E poi un pensiero a chi ha perso la vita in quota: “La comunità di Canazei e dell’intera Val di Fassa si stringe attorno a voi. Sono parole e sentimenti sinceri, che nascono dall’esperienza di aver vissuto la perdita dei nostri cari su queste montagne in momenti di svago e di aiuto al prossimo”.