In questi giorni, tra l'altro, è stato pubblicato sulla rivista internazionale Molecular Biotechnology, il risultato del lavoro di tesi di laurea svolto dallo studente palestinese Fadi Batarseh per la realizzazione del quale l'Università di Hebron ha fornito campioni di 43 vitigni tradizionali della Palestina, finora coltivati localmente per il consumo fresco e oggi oggetto di recupero e valorizzazione anche enologica.
Il gruppo di genetica della vite del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach ha analizzato i profili del DNA di questi materiali identificando diverse sinonimie e concludendo che si tratta di 21 diverse varietà di cui solo 8 già descritte nelle banche dati internazionali. E' la prima volta che viene analizzata la diversità genetica di vitigni provenienti da quest'area geografica di grande importanza storica per la diffusione della viticoltura.
I due studenti palestinesi sono stati ospitati dal Centro Istruzione e Formazione dove hanno potuto avvalersi di una serie di corsi di introduzione alla vitienologia. In seguito hanno frequentato, con profitto, il triennio del corso universitario di Viticoltura ed Enologia gestito in interateneo con le università di Udine e Trento. (sc)
http://openpub.fmach.it/handle/10449/22953#.UxRaqON5PE0
http://goo.gl/7RBXO3 -
Il ritorno in Palestina degli enologi formati a San Michele con più conoscenze genetiche sui vitigni locali
LA VITIENOLOGIA PALESTINESE RINFORZA LE RADICI GRAZIE AL TRENTINO
Si sono laureati in viticoltura ed enologia alla Fondazione Edmund Mach e oggi hanno una marcia in più per rinforzare e valorizzare i vitigni della cantina Cremisan, presso il monastero dei Salesiani, vicino a Betlemme. Gli studenti palestinesi Fadi Batarseh e Laith Micheal Jamil Kokaly, dopo quattro anni in Trentino, sono rientrati nei territori occupati e sono stati integrati nello staff tecnico della cantina che si trova al centro dell'iniziativa di cooperazione internazionale supportata dalla Provincia autonoma di Trento, con la supervisione tecnica della Fondazione Mach e la collaborazione dei Volontari per lo sviluppo internazionale e della Conferenza episcopale italiana.-