Venerdì, 10 Ottobre 2025 - 22:09 Comunicato 2915

Il talento bestiale e sorprendente di Enea Bastianini. Tra gestione gomme e posizioni in griglia

Un talento bestiale. Ma per la MotoGP ci vuole anche un fisico bestiale. Ed Enea Bastianini con il suo 23 e la Red Bull KTM Tech3 ne ha. Di talento e fisico, si intende. Oltre a quel soprannome, Bestia, che porta con diritto. Oltre che ben stampato sulla tuta. Un nickname che si porta dagli anni delle minimoto e che sì, gli piace. Non come quel Pilotuffo che gli avevano affibbiato nel periodo in cui ai motori aveva affiancato l’acqua e la disciplina dei tuffi. Ma le sorprese, con il Bestia, non finiscono qui. Al Festival dello Sport di Trento, in una Sala della Filarmonica piena e in dialogo con Mario Salvini, viene fuori un Enea insospettabile.
ENEA BASTIANINI: UN TALENTO BESTIALE Nella foto: Mario Salvini, Enea Bastianini. [ Nicola Eccher - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Iniziamo, però, dall’inizio. Da un numero, il 33 che si rifà a quei a 3 anni e 3 mesi, l’età della prima volta sulla minimoto “un colpo di fulmine. In un’officina, per caso, per cambiare un pezzo dello scooter della mamma.” Che invece gli cambierà la vita. Quella di un bambino molto attivo che trova in due (mini) ruote il suo sfogo. “Mi hanno anche affidato le chiavi della pista di Cattolica, per poterci andare anche di sera.” Il tracciato della prima gara, con una pole conquistata e dopo il primo giro un incidente e un quarto piazzamento. E il posto per un altro sport: i tuffi. Le gare e alcuni anni trascorsi in vasca e gli allenamenti. Allenato alla resistenza e alla costanza.

Onnipresente, però, una convinzione. Da subito. Le due ruote erano quello che volevo e avrei continuato a voler fare. Certo a 15 anni qualche grattacapo economico “ma la Moto3 arriverà comunque, nel 2014. A soli 16 anni. E anche se all’inizio sembrava solo un gioco, lo stesso anno del debutto arriva anche il titolo di Rookie of the Year. Poi due stagioni e già sfiora il titolo. Quello che vincerà in Moto 2, solo due anni dopo e 5 di Moto3.

Memorabile, però, rimane “la prima vittoria in Moto 3 perché me la sentivo. La sera prima sono pure andato dal parrucchiere per colorarmi i capelli di bianco. Una chioma che riuscirò a nascondere e sfoggiare una volta sul podio.” Una testa dove quella vittoria c’era già dal giorno prima. “lì dentro nessun altro risultato era possibile.”

Una prima volta che rimane nella storia quel 2020 diverso da tutti, con la stagione iniziata in forte ritardo “e io che potevo solo far bene, Miravo alla MotoGP ma sapevo che la classe regina l’avrei conquistata solo con super campionato in Moto2.” Missione compiuta con il titolo e già un contratto per l’anno successivo. Quando abbandonerà categoria e numero: il 33 diverrà un 23.

Nel 2022, il suo secondo anno nella massima serie, arriva al Team Gresini “in una squadra sapevo che mi avrebbe aiutato: le persone che fanno parte di quel Team erano (e sono) una garanzia. La prima gara vinta, però, la vincerò nel Team di Fausto senza Fausto. E rientrare al box, sapendo di incrociare gli occhi di Nadia è stato un momento bello e terribile insieme.” Bestiale, ma nel senso più duro e forte, questa volta.

All’arrivo in Ducati official team, l’incidente anzi gli incidenti e una stagione tutta in salita. “Più cercavo di recuperare e peggio andavo.” Fino all’abisso. “In cui ti domandi il motivo. Perché?” Ma, anche, perché no? In Indonesia tornerà. La spalla gli dà tregua e in Malesia c’è il primo gradino del podio. Anche se poi nel 2024 le cose non andranno al meglio. “Mi sentivo messo in discussione dalla prima gara. Jorge Martin, il mio compagno di squadra vinceva e andava forte. Io volevo prendere tutto in un altro verso, andarci con meno fretta. La pressione però era tanta, troppa. E al Mugello, con l’annuncio che non sarei più stato nel team nella stagione successiva, tutto si è alleggerito: sembra incredibile, ma da quel momento mi sono sbloccato. Via la tensione e spazio alla serenità. Trasformando le sprint race, il mio tallone d’Achille, nel mio punto forte.” Già, i punti forti? La gestione delle gomme. Punto debole? La griglia “ogni tanto mi capita di partire dietro la safety car!” Risata generale.

Anche per non pensare a questo 2025, in KTM “partito male. Lo sapevamo ma non pensavo così tanto. Male.” Un anno sacrificale. Da archiviare così. Mentre guarda al futuro il Bestia. Che ascolta musica classica, passione trasmessa dalla fidanzata, mentre le sue di sempre sono Harry Potter e la pesca. Un Bestia che sorprende. Non solo pieghe e motori. Ma qui la sorpresa nella serata di Trento è per lui. Quando sul palco arriva Sebastiano Brunelli campione mondiale di Pesca. Che lo raggiunge e lo sfida in una prova di lancio verso la platea. Dall’esito, però, a noi ancora sconosciuto.

(em)


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