
Il karnyx è un “corno” da guerra, una vera e propria arma “psicologica” che oltre a produrre suoni terrificanti aveva un aspetto imponente dovuto allo sviluppo in altezza di quasi 2 metri e alla terminazione raffigurante il muso di un cinghiale oppure di un serpente. La storia del karnyx di Sanzeno ha inizio negli anni Cinquanta quando l’archeologa Giulia Fogolari durante le ricerche condotte nella località anaune rinviene, nei pressi di una abitazione retica, una “lamina di bronzo a forma di foglia lanceolata con grossa nervatura vuota al rovescio ed elementi di tubo in bronzo facenti parte delle stesso complesso”. La funzione di tali reperti, attribuiti alla seconda età del Ferro, rimane sconosciuta per quasi sessant’anni finché un’altra archeologa, Rosa Roncador, riconosce in quei frammenti un’analogia con i karnykes rinvenuti nel sito francese di Tintignac.
La presenza dei resti di due esemplari di karnyx a Sanzeno, importante centro politico, commerciale e religioso del mondo retico tra il V e il II sec. a.C., testimonia i contatti intensi del territorio alpino centro-orientale anche con i popoli stanziati in Europa centrale.
I karnykes sono oggetti preziosi e rari, noti ad oggi in pochi siti d’Europa. Per questo motivo l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza ha avviato nel 2008 una ricerca multidisciplinare per lo studio dei karnykes di Sanzeno e la ricostruzione prima in ottone e poi in bronzo di quello meglio conservato. Con il progetto “Karnyx di Sanzeno” si è cercato di riprodurre la catena operativa, vale a dire tutti i passaggi messi in atto dagli antichi fabbri per realizzare lo strumento, nel tentativo di recuperare saperi perduti e suoni non più uditi da millenni.
Grazie alla collaborazione con il Conservatorio “F.A. Bonporti di Trento” il karnyx è diventato uno strumento contemporaneo non più utilizzato in guerra o durante i rituali sacri ma un vero e proprio “corno” per il quale comporre e con il quale eseguire nuove composizioni e scoprire inedite sonorità.
Partner del progetto sono l’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, l’Associazione culturale Alteritas – Interazione tra i popoli. Sezione Trentino, l’Università degli Studi di Genova, il Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento, Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France - C2RMF, Fucina Ervas e DecimaRosa Video.
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