Martedì, 27 Agosto 2013 - 02:00 Comunicato 2425

La causa è un solvente non pericoloso per l'uomo. Alle due di notte la schiuma era già quasi scomparsa
INQUINAMENTO DEL FERSINA: ALLARME RIENTRATO, MA E' MISTERO SULL'ORIGINE DELLA SCHIUMA

Una schiuma bianchissima alta mediamente mezzo metro ha ricoperto stanotte l'alveo del torrente Fersina nel tratto urbano che va dal Liceo Galilei alla confluenza con l'Adige. Sono prontamente accorsi sul luogo la Protezione civile, i Vigili del fuoco, la Polizia municipale, i tecnici del Laboratorio chimico dell'APPA, del Servizio idrico comunale, dell'Associazione pescatori. I campioni prelevati sono stati esaminati ancora nel corso della notte e i tecnici hanno addebitato l'inquinamento al "diisopropilnaftalene", un solvente chimico usato per varie lavorazioni che, da un approfondimento dei medici dell'Azienda sanitaria, "è di scarso interesse dato il profilo tossicologico ritenuto assai poco rilevante, sia considerando gli effetti irritativi a breve termine sia per gli effetti da esposizioni prolungate nell'uomo".
Già alle due di stanotte la schiuma era quasi del tutto sparita dal Fersina, ma comunque la Polizia municipale ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Trento a carico di ignoti.-

Le prime avvisaglie dell'inquinamento sono partite da alcune famiglie di via Bolognini verso le 21 di ieri sera, che hanno prontamente telefonato al 115: una schiuma bianchissima, alta mediamente circa mezzo metro ma che in alcuni punti formava "montagnole" anche di 2-3 metri di altezza, hanno ricoperto in breve tutto l'alveo del torrente Fersina nel tratto dal Liceo Galilei alla confluenza con l'Adige, dove poi il tutto si diluiva nell'acqua abbondante del fiume e spariva.
È stato prontamente allertato il personale reperibile della Provincia autonoma di Trento e sul posto sono accorsi i Vigili del fuoco permanenti e volontari, la Polizia municipale, i tecnici della Protezione civile, quelli del Servizio idrico del Comune e quelli del Laboratorio chimico dell'Agenzia per l'Ambiente: la prima impressione è stata quella di uno svasamento nel Fersina di sostanze simili a detersivi. Comunque alle due di notte circa la schiuma si era già in gran parte dilavata e dispersa nell'Adige, mentre i rappresentanti dell'Associazione pescatori di Trento, accorsi pure loro sulle rive del Fersina, non hanno rinvenuto alcuna moria di pesci.
I campioni di acqua e di schiuma, raccolti in loco e inviati al Laboratorio chimico provinciale prima di mezzanotte, sono stati immediatamente analizzati e il responso ha attribuito l'evento inquinante al diisopropilnaftalene, un solvente usato come diluente in numerosi tipi di lavorazione. Questa è la prima valutazione dei medici dell'Azienda sanitaria: "In riferimento alla presenza della sostanza diisopropilnaftalene nelle acque del torrente Fersina, corso d'acqua non destinata al consumo umano né alla balneazione, sotto il profilo sanitario va specificato che la sostanza rintracciata rientra in una classe di solventi utilizzati in vari settori, tra cui, ad esempio, gli inchiostri; dal punto di vista dei potenziali effetti sulla salute, questa classe di composti chimici è di scarso interesse dato il profilo tossicologico ritenuto assai poco rilevante, sia considerando gli effetti irritativi a breve termine sia per gli effetti da esposizioni prolungate nell'uomo".
Per quel che riguarda l'origine dell'evento inquinante, già da questa notte l'intero letto del torrente Fersina e i corsi dei suoi affluenti sono stati oggetto di accurata ispezione, che si è spinta fino al Ciré e sulla collina della città. I risultati dell'ispezione hanno fatto emergere un fatto incontrovertibile: la schiuma era presente a valle della parte bassa del sobborgo di San Donà, proprio là dove arriva un collettore che raccoglie le acque bianche della zona, mentre a monte dell'abitato era del tutto assente. La fitta rete di tubazioni sotterranee che raccolgono le acque bianche della zona ha reso praticamente impossibile individuare per ora il punto esatto in cui ha avuto origine l'inquinamento, ma è praticamente certo che la sorgente inquinante dev'essere partita dalla zona bassa di San Donà. A questo proposito la Polizia municipale di Trento ha prontamente presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Trento, denunciando l'evento inquinante a carico per ora di ignoti.
(m.n.) -