Giovedì, 03 Luglio 2014 - 02:00 Comunicato 1680

La seconda tappa verso il rifugio Lancia
IL TREKKING DEI "SUONI" ATTRAVERSA LE PRIME LINEE SUL MONTE PASUBIO

La seconda tappa del trekking lungo le trincee e i camminamenti della Grande Guerra in Vallarsa sul Pasubio ha condotto i partecipanti al rifugio Lancia passando per il Dente italiano e il Dente austriaco. Proprio sul pianoro che porta ancora i tanti segni delle esplosioni Mario Brunello e i Quartet Signum Saxophone hanno proposto musiche di Ravel e Stravinski.-

Dopo aver percorso l'incredibile sentiero della strada delle 52 gallerie che da Bocchetta Campiglia porta al Rifugio Papa, i partecipanti al trekking de I Suoni delle Dolomiti hanno quest'oggi affrontato il tratto che collega il versante sud del Pasubio al Rifugio Vincenzo Lancia. Ambientazioni molto diverse che dal paesaggio carsico e brullo nelle prossimità del rifugio Papa sono arrivate al verde tipico dei pascoli punteggiati di larici e pino mugo dell'Alpe Pozza. Nel mezzo un vero viaggio nel tempo con il passaggio di trinceramenti e manufatti, tra rocce sbriciolate e buche create dagli intensi bombardamenti del 1915-1918, ancora segnate da profonde lingue di neve.
Una lunga fila di camminatori dai caratteristici abiti colorati di montagna ha percorso idealmente l'avanzata italiana del 1915 nella salita al Cogolo Alto e Cima Palon fino ad arrivare lì dove le prime linee si sono fronteggiate a lungo dopo il 1916, quando la spedizione di primavera dell'esercito austro-ungarico aveva recuperato gran parte del territorio ceduto senza combattere all'esercito italiano nel 1915 per ritirarsi su più prudenti e sicure aree difensive.
I piani erano chiari, riconquistare quanto perso e scendere nella pianura Padana per cogliere – magari alle spalle e di sorpresa – il generale italiano Cadorna. Purtroppo i piani non andarono così. Piccoli errori, contrattempi ma anche atti d'eroismo e iniziative coraggiose bloccarono l'avanzata imperiale. Il nome dell'ufficiale Damaggio che blocca le ondate della fanteria austriaca in quei giorni di maggio 1916 ritorna più volte nelle spiegazioni di Michele Zandonati che accompagna i trekker. Ma il Pasubio, la montagna che conta diecimila morti tra i soldati, diventa un terreno di scontro per lungo tempo. La spinta propulsiva dell'avanzata austriaca viene fermata, l'esercito italiano si riorganizza e la zona tra i due Denti – quello italiano e quello austriaco – diventa il simbolo di una contesa senza soluzione. Ben presto, dopo i drammatici scontri del 1916, si ricorre alla guerra di mine: scavare cioè una galleria fin sotto le linee nemiche per farle esplodere con grandi quantità di esplosivo. Una tecnica che affonda le proprie radici nel medioevo e che qui trova uno dei suoi esempi più noti nella galleria Ellison, iniziata nel novembre 1916 e lunga 270 metri. Ben presto anche gli italiani, dopo aver capito le intenzioni austriache nel 1917, iniziano la costruzione di proprie gallerie di contromina. L'epilogo di queste operazioni è l'esplosione della mina austriaca che sbriciola le psizioni avanzate del Dente italiano.
Proprio nella buca creata da una bomba, Mario Brunello e i quattro del Saxophone Signum Saxophone Quartet – Blaž Kemperle, Alan Lužar, Erik Nestler, David Brand – hanno proposto una serie di brani e musiche che hanno reso anche lo sguardo di alcuni artisti sui drammatici fatti della Grande Guerra. Anzitutto un estratto dalla sentita composizione che Ravel dedica agli amici caduti in combattimento. Lui che aveva voluto fortemente arruolarsi senza grande successo, viste le sue condizioni fisiche, finì per fare servizio come autiere di ambulanze e per vedere il peggio della guerra. A seguire tre brani sempre di Ravel. Nicolette nel quale il testo ripete spesso "scappar via dalla guerra"; Tre begli uccelli del paradiso che ripete lungamente il tema della partenza per la guerra; il Rondò ha trasportato tutti in una foresta cupa e spaventosa: metafora della guerra. Agli artisti restava però non solo il dolore ma anche la protesta o l'ironia contro un'Europa che stava perdendo il senno. Ecco così Stravinski che canzona in Marcia, Valzer e Polka, il continente che si prepara alla guerra attraverso i tre generi musicali amati dalle classi sociali che poi sceglieranno il suicidio delle trincee.
-