“Viviamo in un tempo che è il più difficile di sempre – ha esordito Rutelli – perché è sempre più interconnesso, basti pensare ai dati contenuti nei computer che hanno portato l’uomo sulla Luna: sono meno di quelli che ciascuno di noi ha nel suo smartphone. Ci portiamo in tasca uno strumento sensazionale”. Un mondo dove l’accesso alle informazioni è immediato, come lo sono anche le emozioni, ma alla ricerca dell’emozione immediata, apprezziamo meno la vita. Ebbene, per Rutelli, anti-immediati sono: “Quei politici che non si accontentano di prendere i voti oggi, ma si impegnano a lavorare nel medio periodo, ma lo sono anche gli insegnanti perché ci aiutano nella lettura più complessa delle cose, e poi coloro che si occupano della dignità del lavoro”.
In questo mondo complesso e interconnesso, il modo di fare politica è, ovviamente, cambiato, anche se in Trentino non in modo così radicale: “Sono un politico che ha la responsabilità di amministrare una provincia particolare come la nostra – ha spiegato il presidente Ugo Rossi - dove si decidono tante cose sul territorio, ed è questo il senso principale della nostra Autonomia speciale. Una sorta di filiera corta, che non ha cambiato di molto le modalità di comunicazione fra i cittadini e chi amministra, questa poca distanza consente di fermare per strada coloro che sono responsabili delle decisioni che riguardano la vita dei cittadini e di chiedere conto. È un dato positivo, di controllo sociale, che stimola chi fa politica a metterci qualcosa in più, a cercare di fare meglio sul territorio”. Sull’immediatezza poi una precisazione: “Quando si fa politica ci deve essere però immediatezza – ha proseguito il presidente Rossi – sul fronte della disponibilità, perché quella sì, deve essere immediata. Ma attenzione a non confondere questa disponibilità con i contenuti della risposta, sono necessari infatti contenuti lungimiranti”.
Rutelli quindi ha portato alcuni esempi illustri tratti dalla storia, ricordando come i nazionalismi e le dittature abbiano portato alla catastrofe della seconda guerra mondiale e concludendo con una nota sull’Adunata: “Cento anni si concludeva la Grande Guerra, ho molto apprezzato che il presidente Rossi abbia deciso di fare un grande atto di conciliazione di questa terra invitando gli Alpini”.
Alla domanda poi sulla storia e l’Autonomia il presidente Rossi ha spiegato come quest’ultima appartenga a tutti e sia un valore per l’intero territorio: “L’Autonomia non appartiene a una o due forze politiche, è una straordinaria opportunità che la nascente Repubblica italiana, in maniera illuminata e lungimirante, grazie al lavoro di Degasperi, ci ha messo a disposizione, proprio per evitare di commettere gli errori già fatti”. L’obiettivo è di farla diventare un patrimonio comune "dobbiamo cercare dentro le nostre scuole di farla diventare occasione di riflessione e costruzione di spirito critico”.
Dalla storia ai grandi giganti, Facebook in testa, che controllano il network, le piattaforme e le applicazioni: “Non sono contro Facebook – ha commentato Rutelli – ma per poter dialogare ci vogliono spirito critico e capacità di lettura”. Ovvero come diceva Sant’Agostino “Per coltivare l’esigenza della verità occorre avere testimoni”, mentre oggi “non servono testimoni, bastano i follower”.
“I social – ha poi aggiunto il presidente Rossi – funzionano per aggregazioni di simili, gli algoritmi aggregano simili. È un’illusione pensare che attraverso i social entriamo in contatto con persone che la pensano in modo diverso da noi. È il fenomeno della polarizzazione: siamo in un contesto dentro il quale riceviamo le stesse informazioni. E se deleghiamo la decisione di decidere se una cosa è vera o falsa a chi gestisce gli strumenti di aggregazione la democrazia è in pericolo”.
Di qui l’invito rivolto ai giovani da un lato dal presidente Rossi, affinché attraverso i social e le nuove tecnologie riescano a “presidiare la democrazia”, dall’altro da Francesco Rutelli, “Non rinunciate a costruire un mondo migliore”.
Riprese a cura dell'Ufficio Stampa
Intervista a Rutelli:
Intervista al presidente Rossi: