Domenica, 15 Ottobre 2023 - 12:54 Comunicato 2975

Giuntoli, Juventus: "Torneremo grandi ma con un calcio sostenibile per rispetto di chi lavora"

Da tifoso bianconero in questa stagione siede dentro la stanza dei bottoni della Juventus. Cristiano Giuntoli, direttore generale del club, ha rotto il ghiaccio al teatro Sociale parlando dei suoi viaggi da ragazzo in pullman da Prato, per vedere il calcio, proprio quella Vecchia Signora che lui, e la sua famiglia, hanno sempre tifato: “La mia prima volta in trasferta da ragazzo allo stadio? Tanta pioggia presa con mio padre a Bologna, poi ho un nitido ricordo di Pistoiese Juventus con un gol di Cuccureddu, dove non si poteva esultare perché si era in trasferta. Ho cominciato ad amare molto la squadra con Platini di cui ricordo (la recita ndr) la formazione a memoria. Nel passato ci sono stati nomi come quelli di Del Piero, Baggio, Platini, Zidane”. Un passaggio dedicato al padre: “Mi manca condividere con lui i momenti del calcio. Sarebbe stato orgoglioso del mio ruolo, mia madre mi dice ancora “Come fai ora in questo ruolo così delicato…?” In famiglia anche ora, come allora, sono tutti juventini.
Cristiano Giuntoli: La Mia Juve Nella foto: Cristiano GIUNTOLI [ Domenico Salmaso - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Giuntoli prima di mollare l’Università aveva fatto 14 esami di architettura: “Poi ho lasciato. Ho seguito la mia passione, nonostante ci fosse il pericolo di rimanere per anni in una situazione senza alcuna sicurezza per il futuro. La mia carriera di ds? Negli ultimi anni da giocatore mi sono accorto che ero un aggregante, senza volerlo. Mi piace il noi, gli altri, non voglio apparire tanto, ora mi tocca. Mi hanno fatto notare che Juventus, inizia con "You", tu, e finisce con "us", noi. Un segno dentro un nome che mi piace cogliere”.
Una persona importante per la carriera di Giuntoli è stato il presidente del Carpi, con cui da ds conquistò la serie A: In quegli anni scoprii Lasagna, tanto veloce - che dicevo - usciva dal video. Un calciatore di cui mi sono pentito? Non uno, ce ne sono parecchi. I giocatori sono come le fidanzate, finché non le porti a casa non capisci bene che scelta hai fatto. E’ molto difficile scegliere un giocatore, voglio parlare con la sua famiglia. Ci sono molte variabili. Ora c'è la moda degli algoritmi ma io li incrocio con le emozioni. Tante decisioni le prendo la notte, ma con mister Allegri non c'è bisogno di sentirsi per telefono alla sera. Lo vedo tutto il giorno”. Lo scudetto di Napoli? “Abbiamo lavorato su uno spartito chiaro che era stato impostato molti anni prima, ci sono dei cicli e serve anche la fortuna di arrivare al momento giusto. Negli otto anni trascorsi con il presidente De Laurentis ho avuto un rapporto straordinario, ho imparato anche molto. Non posso che ringraziarlo. Il momento del distacco con alcuni calciatori è stato difficile, quando si decide di lasciarli andare c'è stato dispiacere”. Andare d’accordo con gli allenatori? “Sono uomini soli, che vanno protetti. Questo è un mio cavallo di battaglia. Allegri ha una grandissima personalità e non si crea alibi. Mi ha stupito per come si dedica ogni giorno al lavoro, con grande dedizione. Il futuro della squadra? Stiamo valutando come e se intervenire a gennaio. Alla Juventus c'è grande blasone e torneremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Noi vogliamo portare i nostri ragazzi in Champions. Doveroso però fare un calcio spettacolare ma anche sostenibile, per rispetto nei confronti degli italiani che lavorano e fanno fatica ogni giorno”. Gli arabi nel calcio? “Io li vedo adesso come un’ iniezione di denaro nel mercato europeo. Il dopo Covid è stato difficile anche il nostro settore”. Il calcio scommesse: “Siamo molto dispiaciuti per Fagioli. Sarà punito, ma in generale c'è un sistema da rieducare”.

 

(gt)


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