Sabato, 24 Settembre 2022 - 19:37 Comunicato 2948

Fontana e Lobello, fuoco sul ghiaccio

Andrea Buongiovanni, giornalista de La Gazzetta dello Sport, presenta una coppia speciale nata sul ghiaccio: Arianna Fontana, campionessa olimpica di short track ed Anthony Lobello, marito, nonché suo allenatore. La protagonista è comunque lei, con 11 medaglie ai Giochi Olimpici Invernali, è l’atleta donna italiana più medagliata di sempre. E’ lecito affermarlo, dal 2006 Arianna Fontana è lo short track italiano.
FONTANA E LOBELLO, LAREGINA DEL GHIACCIO Nella foto: interprete, Anthony LOBELLO, Arianna FONTANA, Andrea BUONGIOVANNI Festival dello Sport Palazzo della Regione Trento, 24 settembre 2022 [ Alessandro Eccel Archivio ufficio stampa Provincia autonoma di Trento]

Arianna Fontana, occhi di ghiaccio, torna al Festival dello Sport, con un fardello ancora più pesante di successi: “E’ sempre bello essere a Trento a questo Festival che dà voce agli atleti e alle loro storie, un’opportunità di rivivere certi momenti e di raccontare al pubblico i retroscena delle gare e di ciò che sta dietro ad un risultato”.

Dietro ad ogni campione, oltre a qualcosa, c’è sempre qualcuno di importate dal punto di vista professionale e personale e dietro ad Arianna c’è Anthony. 

Ne è trascorso parecchio tempo da quando Arianna, con il fratello Alessandro preparavano da soli il ghiaccio per pattinarvici sopra. “La mia esperienza di pattinatrice è passata anche attraverso l’esperienza dei pattini a rotelle, ma il mio unico obiettivo sono sempre state le Olimpiadi, per questo ho scelto lo short track”. Atleta prodigio fin da giovanissima, il suo primo vero grande successo risale a Torino 2006 ma Gazzetta si interessa a lei già nel 2005, dopo un ottimo successo in Coppa del Mondo: a 15 anni, Arianna è l’atleta più giovane in assoluto ad aver vinto le Olimpiadi Invernali. “E’ come se fosse successo ieri  - spiega Arianna - perché ho condiviso quel momento con le mie compagne di squadra e vincere insieme quella medaglia, è stato qualcosa di unico che ci unisce ancora oggi”.

Ad Anthony il compito di raccontare come è nata la loro grande storia d’amore. “Era il 2012 e volevo conoscere questa ragazza, ma dovevo trovare la scusa per venire in Italia. Visto che nessuno lo aveva ancora fatto, ho deciso di fare indagini sulle origini della mia famiglia, scoprendo di avere parenti a Catanzaro, così sono arrivato qui”.

Questa ricerca, in verità durata più a lungo del previsto, si è conclusa con la nascita di una nuova famiglia, quella con Arianna. Tra i due atleti, dopo l’amore arriva anche il lavoro:  “Trasferirmi in Italia è stato un grande rischio, un salto nel vuoto - spiega l’atleta della Florida -  come è stato un rischio decidere di lavorare insieme”.

Lobello è un pattinatore che ha gareggiato anche per l’Italia e questo ha permesso ad Arianna di conoscerlo meglio anche sotto il profilo dell’atleta: “Anthony è stato preparato da allenatori di varie nazionalità - racconta la campionessa - parlando con lui ho capito che aveva qualcosa in più per migliorarmi. In verità, non è stata scelta ma una necessità, perché a maggio 2017, ad otto mesi dalle Olimpiadi di Pyeongchang, non potevo continuare la mia esperienza con l’allenatore di allora. Era un rischio ma l’ho vista come una opportunità. Anthony ed io abbiamo entrambi creduto nelle nostre abilità, lui è mio marito e tutto ciò che fa, lo fa per il mio bene”.

Parlando di se’, Arianna racconta di essere sempre stata un’atleta pronta ad eseguire. Anthony l’ha resa partecipe della programmazione e degli allenamenti: “Così come lui pretende da me, io pretendo da lui. E’ una sfida. Allenandoci insieme ci siamo conosciuti più a fondo ed è uscito ciò che siamo in realtà, perché abbiamo gli stessi valori e vogliamo essere la migliore parte di noi stessi”.  Continua Anthony: “Arianna è l’atleta perfetta per ogni allenatore, perché vuole essere coinvolta ma allo stesso tempo vuole evolversi. Ha capito dove voleva arrivare e circa cinque anni fa, ha superato i suoi limiti e ha messo i suoi obiettivi sopra ogni cosa. Ha standard elevatissimi, non giudica nessuno, porta energia positiva e possiede un’eccezionale autodeterminazione. Questo mix porta a risultati elevatissimi, in una sfida continua”.

E questi risultati sono arrivati proprio con l’oro di Pyeongchang, anche se non è tutto oro ciò che luccica. “Siamo umani e non macchine - spiega Arianna - abbiamo avuto difficoltà e ostacoli da superare ma li abbiamo affrontati sempre insieme”.

Lo short track è uno sport individuale ma in generale è importante allenarsi in gruppo. Non sempre questa coppia è stata apprezzata. Sono stati momenti difficili ma poi è arrivato l’oro per tutta risposta: “Siamo stati isolati, forse è stato questo il momento più duro, per questo siamo andati ad allenarci in Ungheria. La squadra ungherese, composta da atleti giovani, è stata l’opportunità di condividere un continuo e comune stimolo a migliorare”.

Fra quattro anni c’è Milano Cortina: “Lo short track è uno sport in evoluzione - spiega la campionessa - , ci saranno tante facce nuove, assistiamo ad un ricambio generazionale, ci sono nuove regole, nuovi giudici, cambieranno tante cose. Per quanto mi riguarda mi piacerebbe esserci, chiudere a Milano il cerchio perfetto della mia longeva carriera. Il mio impegno c’è, vorrei che fosse altrettanto per quanto riguarda le altri parti coinvolte”.

Sognando Milano Cortina, Arianna Fontana si allena senza sosta: “Sono pronta a gareggiare. Il mio obiettivo, in verità, sono state sempre e solo le Olimpiadi”.

(ds)


Immagini