Prima dell'intervento da remoto della donatrice Maria Cristina Misiti – che ha minuziosamente ricostruito la storia del busto e delineato le principali tappe della vita artistica dello scultore Giuseppe Guastalla, sullo sfondo delle vicende storiche tra inizio Novecento e gli anni successivi alla prima guerra mondiale – Rodolfo Taiani, responsabile dell'area archivi, biblioteca, collezioni ed editoria della FMsT, ha manifestato una doppia soddisfazione: sia per il valore in sé dell'opera, sia perché la Fondazione è stata individuata come luogo ideale in cui conservare questo importante busto.
Il direttore della FMsT Giuseppe Ferrandi ha sottolineato che la donazione di quest'opera alla Fondazione da parte dei coniugi romani Maria Cristina Misiti e Paolo Crisostomi, «ci aiuta a ricordare che la figura di Battisti non può essere racchiusa solo nella dimensione trentina o cittadina. Battisti, pur con tutti i suoi aspetti contraddittori, non può rappresentare – come si sente dire - un piccolo tassello all'interno di una storia piccola e non può essere racchiuso nelle sterili polemiche che spesso sentiamo e che noi respingiamo. L'unico modo di allontanare le polemiche è studiare a fondo la figura di Battisti, valorizzarlo, inserirlo in una rete più complessiva di iniziative». Ferrandi ha poi ringraziato i donatori per la considerazione che hanno avuto nei confronti della Fondazione. «Il nostro impegno ora è quello di essere all'altezza della conservazione di questo bene artistico; lavoreremo affinché il nostro prezioso patrimonio venga continuamente fruito e valorizzato. Sono contento inoltre – ha continuato Ferrandi – che questa nostra giornata ci permetta di tener viva la dimensione problematica legata a Battisti: un'eredità così importante come quella battistiana non ha bisogno di semplificazioni o di slogan, ha bisogno di una grande attenzione e noi speriamo di riuscire a essere interpreti di questa attenzione».
È intervenuta poi l'assessora alla cultura del Comune di Trento Elisabetta Bozzarelli: «Questo giorno è importante non solo per il Museo storico ma per tutta la città di Trento. La Fondazione è chiamata sempre di più a far sì che la storia della nostra città e del nostro territorio sia una storia che abbia sì un richiamo alla memoria ma anche all'attualizzazione nel nostro presente. Credo che lasciti come questo busto, che ha un legame con la storia nazionale, siano uno di quei segni che possano far capire quanto il pensiero, lo studio delle carte sia importante, ma soprattutto stimolino a sviluppare un pensiero oggi. Non si tratta semplicemente di acquisire un bene storico-artistico, ma far sì che questo patrimonio possa essere un segno per l'oggi, un seme fecondo per coltivare memoria, per attualizzare quello che è stato il pensiero di Battisti e farci diventare in qualche maniera interpreti, nella consapevolezza di quella che è stata la storia di Trento, una città italiana in terra tedesca. L'auspicio è che un gesto come quello di oggi possa contribuire a far capire alle nuove generazioni il nostro valore identitario e la nostra proiezione in una dimensione europea».
La cerimonia si è poi spostata al Castello del Buonconsiglio, nella fossa dei martiri, dove sono stati deposti tre omaggi floreali sui cippi di Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi.
Prima della conclusione Giuseppe Ferrandi ha voluto manifestare un particolare segno di gratitudine e di amicizia nei confronti di Marco Battisti (nipote di Cesare), presente all'evento, che «ci ha sempre stimolato all'attualizzazione della figura di Battisti; figura che non può essere disgiunta da una famiglia straordinaria, i Battisti e in particolare Ernesta Bittanti Battisti e Gigino Battisti, primo sindaco di Trento dopo la liberazione, che ha segnato in modo straordinario la storia della città di Trento».
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Lo scultore
Giuseppe Guastalla, nacque a Firenze il 2 luglio 1867 in una famiglia di origine piemontese che si sarebbe trasferita a Roma nel 1870, all'indomani dell'annessione al Regno d'Italia. Le notizie sul primo apprendistato artistico di Guastalla sono scarse: si ipotizza che potesse essere stato indirizzato alla scultura da quel Carlo Guastalla, forse un parente, che nel 1888 firmò il busto di Annibal Caro collocato sulla passeggiata del Pincio. Accertato è invece il successivo alunnato nello studio di Ettore Ferrari, il maestro che doveva condizionarne la carriera sia nelle scelte formali, sia nella volontà di caratterizzare ideologicamente l'impegno artistico vissuto come impegno civile, al servizio di ideali risorgimentali e libertari.Nella sua produzione artistica alternò soggetti storici, allegorici a destinazione pubblica, busti di uomini illustri, temi di genere e studi dal vero.
Al 1895 risale la prima importante commissione pubblica di Guastalla: Ferrari, incaricato dalla Società per il bene economico di Roma di realizzare il bozzetto della colonna commemorativa del venticinquesimo anniversario della breccia di porta Pia, affidò all'allievo il compito di realizzare la statua della Vittoria. Senza compenso, in settanta giorni Guastalla realizzò il modello, poi fuso in bronzo. Da allora la sua partecipazione alle rassegne nazionali e internazionali fu molto intensa, così come la sua attività per opere a destinazione pubblica.
Già nel 1875 era stato costituito un comitato internazionale per onorare la memoria di Alberico Gentili come martire del libero pensiero e fondatore del diritto internazionale. Per questa occasione Guastalla realizzò quello che forse è il suo capolavoro: la statua di Alberico Gentili, collocata su un piedistallo ornato dall'erma alata simboleggiante la Pace.
Nel 1907 fu nominato professore all'Istituto di belle arti di Roma e nel 1909, alla Mostra internazionale di palazzo delle Esposizioni gli fu dedicata una sala personale dove espose quindici opere.
Nel 1916 l'Associazione Giordano Bruno commissionò allo scultore il busto di Cesare Battisti che che avrebbe arricchito quella sorta di “Enciclopedia marmorea delle glorie patrie” che dal 1870 s'era andata formando lungo i viali del Pincio.
Nel 1924, immediatamente dopo il delitto, modellò il busto di Giacomo Matteotti; ma l'opera venne collocata presso la Camera dei deputati soltanto nel secondo dopoguerra. Avverso al regime fascista, fu rimosso dalla cattedra che ricopriva presso l'Istituto di belle arti e nel 1929 fu inviato al confino nell'isola di Ponza. Al rientro a Roma la sua attività si ridusse considerevolmente, sia perché sgradito al potere politico, sia perché incapace di rinnovare il suo stile plastico a confronto con le nuove correnti artistiche. Morì a Roma il 15 gennaio 1952.
[Notizie riprese dal Dizionario biografico degli italiani edito dalla Fondazione Treccani]
I donatori
Paolo Crisostomi e Maria Cristina Misiti svolgono la loro attività nel mondo dei Beni culturali. Lungo tutta la loro carriera hanno contribuito alla diffusione della conoscenza sviluppando approcci innovativi e sperimentali attraverso una rete di rapporti internazionali e progetti in cooperazione. Maria Cristina Misiti oggi è una studiosa indipendente. Si è occupata di Bibliografia, Storia del libro e del Collezionismo e come ricercatrice universitaria ha svolto attività di ricerca e di docenza in varie facoltà in Italia e all'estero. Ha svolto vari incarichi di direzione tra i quali l'Istituto per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario e l'Istituto centrale per la grafica. Paolo Crisostomi è titolare di un importante laboratorio di restauro dei materiali cartacei, pergamenacei, fotografici, grafici e musicali. Docente di Teoria del restauro in molti corsi universitari, ha al suo attivo numerose pubblicazioni specialistiche e molti interventi scientifici a importanti convegni nazionali e internazionali