
Se Chiappucci e Bugno si conoscono da quando erano poco più che ragazzini, Bugno ha incontrato per la prima volta Indurain al Tour de France del 1989, mentre Chiappucci ha conosciuto il navarro l'anno dopo, sempre alla Grand Boucle. Una corsa che ha lasciato un pizzico di rammarico in quanto, parola di Bugno e Indurain, Chiappucci ha perso una grande occasione per vincere la classifica finale. "In parte è vero – ha risposto il diretto interessato – arrivavo da un buon Giro, mi sentivo pronto per fare il Tour e volevo capire i miei limiti. Non pensavo minimamente di poter essere il leader della corsa, non avevo una grande squadra al mio servizio e quando mi sono trovato davanti a tutti non ero preparato per gestire la leadership".
Nonostante questo Chiappucci terminò al secondo posto con propositi di vincere l'anno seguente ma a dominare la scena fu Indurain, che vinse il primo dei suoi 5 Tour de France consecutivi proprio davanti a Bugno e Chiappucci: "Avevo l'unico obiettivo di vincere la corsa – ha spiegato lo spagnolo – e non mi sono interessato alle singole tappe, pensavo solo a gestire le forze e terminare ogni frazione mantenendo un po' di energie per il giorno dopo". Per lui solo il rammarico di non aver vinto il Mondiale: "Al mondiale di Oslo pioveva e non sono riuscito a esprimermi – ha concluso - a Stoccarda Bugno è andato più forte di me. Avevo puntato tutto su quello in Colombia ma a un certo punto Olano è scappato via ed ero in gruppo con altri ciclisti molto forti. A quel punto non potevo pedalare per riprenderlo e rischiare che la Spagna perdesse il mondiale".
Non poteva mancare il ricordo della tappa entrata nella leggenda del Tour de France del 1992 Saint Gervais-Sestriere, caratterizzata dalla lunghissima fuga vincente di Chiappucci e dalla difesa di Indurain che iniziò da lì la sua seconda vittoria finale alla corsa francese davanti allo stesso Chiappucci e Bugno."Indurain è stato il corridore più forte che ho avuto modo di incontrare – ha rivelato Bugno –. Aveva una calma incredibile e una capacità innata di saper gestire ogni fase della corsa. Esattamente il contrario di Chiappucci che era più sanguigno e istintivo e se lo battevi il giorno dopo attaccava e pedalava ancora più forte".